Nei giorni scorsi in Nigeria ventuno ragazze del gruppo di studentesse della città di Chibok (diocesi di Maiduguri), rapite ad aprile del 2014 dai terroristi di Boko Haram, sono state liberate. Rimangono però ancora centinaia di ragazze nelle mani dei terroristi islamici che, due anni fa, rapirono oltre 270 ragazze.
Il Vescovo Oliver Dashe Doeme di Maiduguri, una diocesi sotto la minaccia diretta di Boko Haram, ha commentato sul Madison Catholic Herald dicendo che la fede è più importante della paura. “Da quando è emersa Boko Haram è stato un susseguirsi di attacchi, uno dopo l’altro, contro la Chiesa. Sia sugli individui che sulle famiglie”, ha detto il vescovo Doeme che ha ricordato che, quando è stato scelto come vescovo nel 2009 c’erano più di 125 mila cattolici nella sua diocesi, adesso meno di 70 mila.
Il vescovo Doeme ha dichiarato di continuare a pregare per la liberazione di tutte le ragazze rapite anche se finora soltanto 56 ragazze hanno fatto ritorno nelle loro case. Nel 2014 il vescovo Doeme ha afferma di aver avuto una visione di Gesù Cristo durante un’adorazione eucaristica. “Aveva una spada in mano”, ricorda il vescovo Doeme. “Ho ricevuto la spada e si è rivelato essere un rosario”. Poi il vescovo ha sentito dire a Gesù “Boko Haram finirà”.
Il vescovo Doeme ha capito così che la preghiera del Santo Rosario finirà per sconfiggere il gruppo terroristico. “Ho incontrato il Papa lo scorso anno”, ha detto il vescovo Doeme, aggiungendo che è stato un breve incontro. “Sta pregando per noi, per me e per la mia gente. Ci ha anche inviato alcuni fondi per aiutare il nostro popolo devastato”. “Si possono distruggere le chiese, si possono distruggere le canoniche, ma non si può distruggere la fede”.
Matteo Orlando