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Niente da fare. I cattolici di Francia dovranno pazientare. “Le condizioni igienico-sanitarie del Paese non consentono ad oggi la ripresa delle celebrazioni pubbliche”.

Il capo di governo, però, “ha dato mandato al ministro dell’Interno di predisporre, senza indugio, in collaborazione con i rappresentanti delle religioni, i protocolli necessari per una ripresa controllata dal 1° dicembre, sempre che le condizioni sanitarie lo consentono”.

È quanto ha ribadito il primo ministro Jean Castex al presidente della Conferenza episcopale francese, mons. Éric de Moulins-Beaufort, al segretario generale della Cef, padre Hugues de Woillemont, e agli altri rappresentanti dei culti in Francia in un incontro che si è svolto oggi pomeriggio per “studiare i possibili cambiamenti nei metodi di pratica del culto nell’attuale contesto sanitario”.

Alla consultazione ha partecipato anche il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin. L’incontro è avvenuto all’indomani di una serie di manifestazioni che si sono svolte nel fine settimana davanti alle chiese per chiedere alle autorità di governo la possibilità di celebrare pubblicamente la messa.

In vista della data dell’1 dicembre, la Conferenza episcopale francese – si legge in un comunicato diffuso dalla Cef – ha già presentato al Ministro dell’interno un dettagliato protocollo sanitario per garantire le migliori condizioni di sicurezza possibili in vista appunto della ripresa della messa in pubblico. Verranno inoltre presentate le condizioni per la ripresa anche di altre attività pastorali “in presenza” (catechismo, cappellania, consigli pastorali, ecc.).

“Il primo ministro – sottolinea la nota dei vescovi francesi – ha ribadito la volontà del governo di ottenere le migliori condizioni igienico-sanitarie per il periodo di Natale”. Insieme agli altri rappresentanti dei culti presenti all’incontro, mons. Éric de Moulins-Beaufort e padre Hugues de Woillemont hanno espresso “le forti aspettative dei fedeli”.

La Conferenza episcopale è consapevole della “delusione” e della “impazienza di molti fedeli, ma – aggiunge la nota – i cattolici sapranno far fronte a questa attesa e a questa privazione. Il governo si sta assumendo la responsabilità della situazione sanitaria nel Paese e noi dobbiamo tutti accettare di esserne protagonisti. Rispettando queste misure sanitarie, la Chiesa partecipa allo sforzo nazionale per combattere l’epidemia”. (SIR)

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