“Per la prima volta, abbiamo indirizzato una lettera aperta a ciascun parlamentare. Ci siamo rimessi alla titolarità del Parlamento, chiamando ciascun onorevole al discernimento. Ci attendiamo qualche risposta per aprire un dialogo. L’approvazione del ddl Cirinnà sarebbe una cattiva notizia per il Paese”. Così il presidente del Forum delle associazioni familiari, Francesco Belletti, commenta al Sir la lettera aperta ai 630 deputati e 321 senatori che saranno chiamati a votare per il disegno di legge sulle unioni civili. La regolazione delle relazioni affettive tra persone dello stesso sesso sul modello della famiglia, denuncia il Forum, è “un grande inganno”, oltre che la naturale premessa per un “dichiarato ed esplicito progetto politico-ideologico di trasformazione e di snaturamento delle qualità essenziali del matrimonio e della famiglia”. Il Forum richiama l’attenzione sull’impianto teorico e il dettaglio normativo del ddl che “mettono a serio rischio l’identità stessa della famiglia, oltre a dare un’interpretazione della Costituzione affatto diversa da quella ribadita anche solo pochi mesi fa dalla Corte costituzionale”.
“La libertà di vita affettiva è per tutti e la protezione di ogni persona in tali relazioni è doverosa” ma, si legge nella lettera, ciò “non significa attribuire o estendere un presunto ‘diritto al matrimonio per tutti’”. È questo il nodo della questione: “Tutti hanno il diritto di sposarsi, purché si tratti di matrimonio tra uomo e donna”. Esistono, infatti, “diritti peculiari della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna che non possono essere estesi alle convivenze, soprattutto a quelle tra persone dello stesso sesso”.
Questo non vuol dire che alle persone che vivono nelle unioni di fatto debbano essere negati i diritti sociali derivanti dall’appartenere ad una unione affettiva né tantomeno i diritti individuali: “Accanto alla regolamentazione dei diritti delle persone che vivono nelle unioni di fatto vanno pertanto rispettate e custodite le prerogative, le qualità e i diritti della ‘famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna’, istituzione di rilievo pubblico”. Esprimendo un giudizio “fortemente negativo” verso il ddl Cirinnà, il Forum mette in evidenza i “profili di illegittimità costituzionale” che avrebbero già dovuto comportare una “radicale riscrittura del testo base in esame”. Inoltre, la prospettiva del diritto al “matrimonio per tutti” elimina “l’elemento della differenza sessuale connaturato da sempre al matrimonio” e apre a scenari controversi come la “stepchild adoption” o la maternità surrogata.