“È doloroso e sconcertante constatare che una società come la nostra, che per mille innovazioni e conquiste si ritiene progredita, così spesso non sappia muoversi in difesa dei minori, dei quali porta la responsabilità e che rappresentano il suo futuro”. Lo scrive il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, nell’articolo pubblicato oggi su “il Sole 24 Ore”, per la rubrica “Testimonianze dai confini”.
Riflettendo sul tema della XXII Giornata Bambini Vittime della violenza, cioè “Impegno senza sosta”, il vescovo racconta della lettera ricevuta dall’associazione Meter in cui “ho trovato un riferimento ai bambini ‘vittime dell’indifferenza’”. “Queste due ultime parole sono raramente accostate perché si ritiene che la sola violenza capace di mietere vittime sia quella che si esercita con la forza o la sopraffazione. Al contrario – riflette mons. Galantino -, anche l’indifferenza fa male, anch’essa è violenta e procura ferite che segnano la vita delle persone e che diventano tanto più profonde quanto più si è deboli, come lo sono i piccoli”. Il presule ricorda il lavoro della Commissione per la tutela dei minori della Cei “per mettere a punto presto ulteriori linee di prevenzione e formazione da offrire al territorio”. In questo lavoro è stata coinvolta anche Meter.
Il segretario generale della Cei ripropone anche le parole di Papa Francesco, che “ha più volte ribadito che l’abuso e la violenza consumati sui bambini è una vergogna per tutti; per la società e per la Chiesa”. “Se è possibile, per quest’ultima lo è molto di più. Non esiste un abuso laico e/o religioso: c’è solo la violenza e la negazione della vita dell’innocenza. Con ferite profonde che condizionano per sempre la vita”.
Infine, mons. Galantino evidenzia come “la violenza contro i bambini è invisibile, ma la vede chi ha occhi per saper guardare, andare al fondo della questione, denunciando questa immane vergogna globale che impone a tutti una responsabilità per operare concretamente senza giustificazioni, divisioni e steccati contro questi aberranti fenomeni”. (SIR)
Mon Galantino, lasci stare la lamentela ormai strarisaputa sulla società secolarizzata e pansuessualista. E’ un discorso che funziona da alibi e depista dai veri problemi. Guardi invece a quanto deve fare la Chiesa per difendere i bambini dalla pedofilia del Clero. Il miglior aiuto che la Chiesa può dare ai bambini è riformare il Clero stesso. Lei che può, insieme a Papa e Vescovi, si chieda ad esempio se nel presentare il valore cristiano della sessualità e della castità siete stati retti o invece equivoci; o se vi sono state lacune nel formare i seminaristi a conservare il dono del celibato che hanno ricevuto dal Signore; o se avete spiegato come vivere nella grazia di Dio; o se avete proposto la frequenza ai sacramenti e all’adorazione eucaristica premettendola al volontariato sociale; o se sapete opporvi pubblicamente agli abusi liturgici (talvolta sacrileghi) che compiono certi Sacerdoti nelle vostre diocesi. Chiedetevi se non sia meglio avere i Sacerdoti impegnati nel loro ministero sacerdotale anziché “in uscita nella strada”. Si domandi se non sia meglio che “profumino di incenso” anziché “puzzare di pecore” che, tra l’altro, neppure loro dovrebbero puzzare. Le riflessioni e le iniziative emerse durante l’Anno Sacerdotale voluto da Papa Benedetto XVI sono forse finite nel dimenticatoio, ormai sostituite dalla nuova pastorale studiata sui “nuovi paradigmi interpretativi” e più attenta al sociale che non allo spirituale?