di Maria Alessandra Varone
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Ma quelli che dicono, in merito alla sospensione della docente che ha fatto recitare l’Ave Maria, che è giusto perché la scuola è laica, si rendono conto della sproporzione tra offesa e pena? Inoltre, si rendono conto che addirittura offendersi per una preghiera non è da atei, né da laici, ma da persone infantili e con evidenti problemi di sopportazione della diversità?
Un conto è arrabbiarsi per i due pesi e le due misure, cioè ramadan sì cattolicesimo no, altra storia fare una questione di stato qualcosa che fino a dieci anni fa non avrebbe rappresentato mezzo problema. Ma del resto di cosa ci stupiamo? Perfino la festa del papà è diventata un oggetto di dibattito sul personale.
Che triste situazione, che Italia povera di argomenti se ci siamo ridotti a questo.
A seguire la riflessione di Vittorio Sgarbi.