Per il prossimo sabato 27 gennaio, presso il salone dei Piceni di Roma, le associazioni cattoliche L.D.L.S., Difendiamo i nostri figli e Alleanza Cattolica hanno chiamati i big della politica a raccolta per ascoltare i disastrosi dati della natalità in Italia e per impegnarsi per contrastare la denatalità.
L’apertura dei lavori sarà curata da Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita.
Durante la 1ª sessione interverranno Giancarlo Blangiardo, Ordinario di Demografia all’Università Milano Bicocca sul tema “ITALIA SENZA FIGLI:UN FUTURO DA SCONGIURARE. I dati. Gli effetti negativi Le politiche che altrove hanno funzionato” e Davide Rondoni, Poeta e scrittore sul tema “Mettere al mondo un figlio incoscienza o coraggio?”.
Durante la 2ª sessione suggeriranno scelte concrete per la 18ª Legislatura Marco Invernizzi (Reggente nazionale di Alleanza Cattolica), Massimo Gandolfini (Presidente del Comitato “Difendiamo i nostri figli”) che saranno a confronto con: Maurizio Gasparri (di Forza Italia, Vice Presidente del Senato), Giorgia Meloni (Presidente di Fratelli d’Italia), Matteo Salvini (Segretario Federale della Lega). Sono stati invitati, in attesa di adesione, Luigi Di Maio (capo politico del MoVimento 5 Stelle) e Matteo Renzi (Segretario del Partito Democratico).
Il cardinale Elio Sgreccia, è uno dei maggiori bioeticisti a livello internazionale. Dal 3 gennaio 2005 al 17 giugno 2008 è stato presidente della Pontificia Accademia per la Vita, dalla quale si è dimesso per raggiunti limiti di età e di cui rimane presidente emerito, configurandosi come portavoce delle posizioni della Chiesa su questioni etiche controverse come l’aborto, la contraccezione, l’eutanasia e la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Papa Benedetto XVI, in considerazione della sua generosità e dedizione nel servizio alla Chiesa, lo ha creato cardinale nel concistoro del 20 novembre 2010, assegnandogli la diaconia di Sant’Angelo in Pescheria. Avendo superato gli 80 anni, secondo le disposizioni di papa Paolo VI, non entra a far parte dei cardinali elettori.