Abusi sessuali dei preti? Bisogna curare prima di tutto la sodomia in quanto tra questa e la pedofilia esiste la medesima causa. Lo dice in questa intervista che ci ha rilasciato il noto teologo domenicano padre Giovanni Cavalcoli, il quale sostiene anche che sarebbe stato meglio invitare a Roma monsignor Viganò.
Che cosa pensa della recente assise vaticana sugli abusi sessuali in Vaticano?
“È stata un’iniziativa che secondo me non servirà in modo efficace a risolvere il problema degli abusi su minori per i seguenti motivi. Pedofilia e sodomia sono strettamente collegate ed hanno la medesima causa nella ricerca smodata del piacere sessuale. Quindi non ha senso curare la prima malattia senza curare la seconda, così come sarebbe stolto quel medico che curasse un’insufficienza cardiaca senza curare i connessi disturbi della circolazione sanguigna. È un’iniziativa che manca totalmente di senso pratico. Sarebbe come se il Ministero della Sanità, per curare la diffusione del morbillo, anzichè distribuire il vaccino già esistente, convocasse a Roma tutti i primari degli ospedali italiani per consultarsi su come affrontare il problema del morbillo. Fuori metafora: esistono già nella morale cattolica norme per la guarigione dai vizi sessuali. Si applichino quelle. Una simile adunata di tutti questi Vescovi favorisce, secondo me, i Vescovi colpevoli, i quali furbescamente hanno la possibilità di celarsi dietro ai Vescovi buoni ed onesti, magari con la pretesa di far apparire anche loro come coinvolti negli scandali, come è successo quando il Papa ha convocato a Roma l’intera Conferenza episcopale cilena. Questo trucco vuol dire tentare di trasformare una responsabilità personale in responsabilità collettiva: comodo scaricabarile, col pretesto della «collegialità». Il Papa non deve stare al gioco. Quali Vescovi infatti sono stati scoperti o si sono denunciati? Nessuno, che si sappia. D’altra parte non è possibile che tutti fossero colpevoli. Il memoriale di Mons.Viganò fornisce nomi e dati precisi, che consentono di affrontare il problema concretamente, al di là di tutte le dichiarazioni di princìpio, che tutti conosciamo. Suggerisco le seguenti iniziative: il Papa convochi Viganò a Roma, assicurandogli protezione della sua persona, e gli ingiunga di produrre le prove delle sue accuse. Nel contempo, scelga tra gli accusati coloro ai quali ritiene si debba fare maggior attenzione o che sono già indiziati. Ingiunga anche a questi di preparare la loro difesa ed affidi la causa a un buon giudice. Inoltre, risponda personalmente alle accuse rivoltegli da Viganò. Il Papa abbia cura che i docenti e i formatori dei seminaristi basino il loro insegnamento e la loro opera educativa su princìpi morali sani e pertanto faccia allontanare dai Seminari quegli insegnanti e formatori che rovinano i giovani con dottrine ereticali o comunque dannose”
Esiste a suo giudizio una lobby gay e se esiste è davvero influente?
“Ormai, dalle notizie che abbiamo da informatori degni di fiducia, sappiamo che esiste anche in Vaticano. Ma è molto difficile stabilire o anche ipotizzare l’entità e diffusione del fenomeno. Dobbiamo essere molto prudenti nel vagliare le voci e le pubblicazioni che girano, perché possono essere dettate dalla volontà di danneggiare la Chiesa e di render lecito il peccato.
Nella dottrina cattolica quale è la posizione sulla omosessualità e i suoi atti?
“È la posizione del Catechismo della Chiesa Cattolica e quella espressa nella Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali della Congregazione per la Dottrina della Fede del 1° ottobre 1986″
Pensa che Papa Francesco su questo punto sia chiaro?
“Dovrebbe essere più chiaro sia nell’insegnamento che nella pastorale. Dai tempi del succitato documento della CDF del 1986 la piaga della sodomia si è aggravata e circolano nella Chiesa idee, che sembrano, sotto vari pretesti, volerla legittimare, come per esempio Padre James Martin, per il quale il sodomita non è un peccatore, ma solamente una persona «diversa»; oppure un Enzo Bianchi, per il quale essa è un «dono di Dio», espressioni quanto mai equivoche, perché nel rispettare la persona omosessuale, sembrano approvare il peccato. È chiaro che uno non è colpevole per il semplice fatto di avere una tendenza omosessuale. È colpevole se la asseconda e non si sforza di correggerla, e ancor più se tenta con vani cavilli di presentarla come tendenza naturale o facoltativa. Per questo, io suggerirei al Papa di riprendere o di far riprendere dalla CDF in una nuova Lettera il tema trattato nella precedente Lettera del 1986, in considerazione dell’aggravamento della situazione, confermando con solide argomentazioni l’illiceità della sodomia. Inoltre, dato che oggi la sodomia si è diffusa nel clero, il Papa dovrebbe, a mio giudizio, esporre un programma di formazione del clero, il quale presenti la bellezza del ministero sacerdotale, così che il giovane se ne innamori e se ne entusiasmi, in modo tale, da esser pronto ad affrontare la severa disciplina necessaria per raggiungere la meta. Per quanto riguarda la pastorale, il Papa dovrebbe a mio giudizio correggersi su due punti. Primo punto. È evidente come egli voglia imitare Cristo nell’avvicinare e frequentare peccatori ed erranti con atteggiamento di comprensione e pietà. E questo va senz’altro bene. Senonchè, però, Francesco sembra limitarsi ad uno scambio cordiale e non dà mostra di imitare Cristo nell’adoperarsi per la conversione dei peccatori e per chiamarli ad abbracciare la pienezza della verità. Essi certo restano soddisfatti di questi incontri, ma permangono nei loro errori e nei loro vizi senza mostrare alcun interesse per il Vangelo. Secondo punto. Pare che Francesco voglia imitare Cristo anche nella polemica contro i farisei e i dottori della legge. E qui fa bene. Ma poi pare a volte che nella sua polemica contro il legalismo, il passatismo, il conservatorismo e la rigidezza, sconfini fino a prendersela con chi giustamente è preoccupato di conservare i valori essenziali, perenni «non negoziabili, mentre Francesco insiste troppo sul valore del moderno, sul dovere del cambiamento, e dell’accogliere il nuovo e il diverso. Ne consegue che in alcuni, stando nel campo della condotta sessuale, sorge il timore che il Papa – anche se ciò in fondo non è vero – stia mutando la legge morale o sia troppo accondiscendente verso i peccatori”
Se ha saputo del libro Sodoma, che cosa ne pensa?
“Dalle recensioni che ho letto mi pare un libro sostanzialmente contro la Chiesa e l’etica cattolica, specie in materia di sesso. Temo che le notizie sulla corruzione del clero siano esagerate e sono poco attendibili, anche perchè l’Autore, a differenza di Viganò che fa nomi e cognomi, resta nel vago. L’insinuazione, poi, circa il Card.Burke, proprio uno dei pochi Cardinali, che si espongono con chiarezza e solidità di dottrina, in difesa della morale cattolica, è semplicemente ridicola”
Possibile che come scrive quel giornalista gran parte dei preti siano gay?
“Non ci credo. Siccome è un gay, parla così nel miserabile tentativo di avere con sé i preti. Quello che però sorprende è come faccia un individuo del genere ad avere tanta entratura in Vaticano, a parte la sua probabile millanteria”
Esistono, a suo parere, cardinali o collaboratori del Papa in odore di eresia?
Faccio qualche esempio, lasciando ai lettori il giudizio: il Padre Raniero Cantalamessa, e il Card. Angelo Becciu, sostengono in Dio solo la misericordia, e negano che Dio castighi; il Card.Gianfranco Ravasi ed Enzo Bianchi negano la storicità del racconto biblico del peccato originale; il Card.Robert Zollitsch sostiene che è un concetto superato parlare di sacrificio espiatorio di Cristo; il Card.Luís Ladaria, seguendo Rahner, ritiene che l’uomo non abbia in questa vita la possibilità a sua scelta di sperimentare o non sperimentare «il suo orientamento verso il mistero ineffabile che chiamiamo Dio», ma che ogni uomo attui «sempre» questa esperienza. È la tesi fondamentale del buonismo universale: ogni uomo s’indirizza a Dio; il Card.Walter Kasper nega l’immutabilità della natura divina di Cristo ed afferma l’evoluzione dei dogmi; il Card.Reinhard Marx ha appoggiato il progetto di permettere ai luterani di essere ammessi alla Comunione eucaristica; mons.Marcelo Sánchez Sorondo ritiene che il regime comunista cinese sia modello di realizzazione della dottrina sociale della Chiesa; mons.Vincenzo Paglia ha lodato la «grande spiritualità» di Marco Pannella; mons.Nunzio Galantino respinge il Dio dell’Antico Testamento perchè «precristiano»; mons.Angelo Viganò ha difeso due eretici condannati da S.Giovanni Paolo II e dalla CDF; il Padre Arturo Sosa Abascal nega l’esistenza del diavolo; giudica incerte le parole di Cristo nel Vangelo; pone il primato della coscienza sulla realtà anzichè il primato della realtà sulla coscienza.”
Bruno Volpe
Bisognerebbe chiedere a padre Cavalcoli se sia ancora convinto di quanto dichiarava nel 2015: «Non è quindi lecito il metodo di certi cattolici di appellarsi direttamente alla Tradizione per criticare il Magistero del Papa e della Chiesa, come per esempio le dottrine del Concilio Vaticano II, perché il Magistero della Chiesa, per volere stesso di Cristo, è custode supremo, infallibile e insindacabile della Tradizione e quindi non ha senso voler correggere il Papa o il Magistero in nome della Tradizione, la quale, per la scorrettezza di questa operazione, viene con ciò stesso falsificata» (https://www.lastampa.it/2015/10/17/vaticaninsider/la-comunione-ai-risposati-non-tocca-la-dottrina-ma-la-disciplina-b0lMe2qRHWHay087W894tJ/pagina.html)