“La dottrina? Importante, ma obbedisca prima di tutto alla legge dell’ amore. Papa Francesco ci fa riscoprire il profumo del Vangelo”. Lo afferma in questa intervista a La Fede Quotidiana, padre Alberto Maggi, teologo, religioso dell’ Ordine dei Servi di Maria e direttore del Centro Studi Vannucci nelle Marche.
Padre Alberto, impazza il dibattito su Amoris Laetitia. Quale la sua idea sul documento?
” A mio sommesso avviso circolano critiche spesso prevenute e figlie del pregiudizio o talvolta astiose. Il testo è molto chiaro ed ha come primo obiettivo la cura pastorale verso coloro che soffrono situazioni diffiicli in famiglia. E non riscontro significativi cambiamenti dottrinali”.
La dottrina. E’ importante?
” Certo che lo è. Tuttavia non dobbiamo fare della dottrina un totem. La prima vera e grande legge alla quale la stessa dottrina soggiace, è quella dell’ amore e della tenerezza. In questa direzione si muove il Papa e vuole saggiamente portare Dio verso l’ uomo e non il contrario. In sintesi, la dottrina ha sicuramente il suo peso, ma non possiamo mai sostituirla alla carezza e alla misericordia di Dio”.
Possibile dare la comunione al divorziato risposato civilmente?
” La questione messa così non va. Bisogna considerare che la comunione non è un premio per i bravi e i perfetti, ma un dono di Dio, serve ad aiutare. Il Signore non è venuto per i sani, ma per i malati. E allora, essendo un dono e non una gratificazione, credo che anche il divorziato risposato civilmente dopo un giusto periodo di discernimento e di riflessione, possa accostarsi alla comunione se il confessore lo ritiene opportuno. La misericordia di Dio non esclude mai nessuno”.
Eppure su Amoris Laetitia è arrivato da teologi e sacerdoti, oltre che intellettuali, un documento di correzione filiale. Come la mettiamo?
” Lascia il tempo che trova. Penso che sia furutto di un gruppo di persone gelose delle loro posizioni di potere e di prestigio e dei loro privilegi. Il Papa li ha spiazzati”.
Le piace Papa Francesco?
” Un grande Papa che pone saggiamente al centro del suo Magistero la tenerezza di Dio e la misericordia. Vuole portare Dio agli uomini. Ci fa riscoprire, giorno dopo giorno, il profumo del Vangelo”.
Ma qualche episcopato, pensiamo a quello della Polonia, molto autorevole, sembra critico…
” L’ episcopato della Polonia è influenzato dal rigore e dalla rigidità dottrinale di Giovanni Paolo II. E’ spesso una Chiesa chiusa e dura, talvolta vicina a posizioni intolleranti. Da qui il passo verso la xenofobia è breve”.
Bruno Volpe
Ma come si permette questo qui di offendere San Giovanni Paolo II, il papa più grande di tutti i tempi? Magari tornasse un papa come lui. Ma chi si pensa di essere? Si vergogni!