Con una dichiarazione rilasciata al giornalista vaticanista Paolo Rodari, con il quale in passato ha firmato anche un libro, padre Gabriele Amorth, celebre esorcista e fondatore dell’Associazione Internazionale degli Esorcisti, smentisce clamorosamente quanto hanno riportato negli ultimi mesi libri, altri scritti e numerose pagine Internet con dichiarazioni a lui attribuite.
In una nota padre Amorth scrive: «vengo sempre più a conoscenza che un numero crescente di persone – sacerdoti e laici – si presenta sulla stampa e in Internet come se si trattasse di miei stretti collaboratori. Talvolta sono persone incontrate solo per un colloquio e per una benedizione e che hanno chiesto infine di fare una fotografia con me o una ripresa video ponendo poi tali foto e video su Internet, per accreditarsi come miei collaboratori, mentre in realtà non lo sono; mi hanno anche attribuito parole che non ho mai detto. Talvolta sono stati pubblicati anche libri, a me attribuiti, ma che io non ho mai direttamente contribuito a scrivere e di cui sono venuto a conoscenza solo a pubblicazione avvenuta. Addirittura vi sono pagine Facebook che io non ho mai curato e di cui non sono responsabile e nelle quali non si nega chiaramente la mia paternità. Si è anche verificata spesso la divulgazione di dichiarazioni a me attribuite, ma che in realtà io non ho mai fatto o che sono state presentate in maniera distorta o estrapolate dal contesto generale del discorso da me fatto. Così perdevano il loro significato. Anche catechesi o ritiri di preghiera, da me diretti in alcune case, sono stati talvolta strumentalizzati, per incassi personali, e posti poi su Internet per accreditare o pubblicizzare il gruppo che mi aveva invitato».
Il sacerdote della Società di San Paolo aggiunge, inoltre, «mi giunge voce anche di associazioni caritative che portano il mio nome e che si presentano come da me fondate o approvate, di cui io ero invece del tutto ignaro. Dichiaro che i miei stretti collaboratori – che sono pochissimi e fidati – non si presentano in pubblico né si fanno pubblicità profittando della mia persona, ma vivono in estrema riservatezza e discrezione. Invito, quindi, a diffidare di chiunque si presenti come fosse da me autorizzato e a diffidare anche di siti che si presentano come da me gestiti o di pubblicazioni attribuite a me, ma da me mai esplicitamente autorizzate né conosciute, se non dopo la loro realizzazione».
Matteo Orlando