” Il silenzio di Dio? Un castigo per le volte nelle quali gli abbiamo voltato le spalle. Il recente terremoto dimostra che dobbiamo sempre avere i conti a posto, nessuno conosce l’ora “. lo dice in questa intervista a Lafedequotidiana il noto teologo domenicano padre Giovanni Cavalcoli.
Padre Cavalcoli, in tanti dopo il recente sisma, si sono chiesti dove era Dio…
” E’ la domanda che ci facciamo in molte occasioni luttuose. Il silenzio di Dio non è distrazione. Dio a volte tace . Ci chiede pazienza e comunque rimane vicino. Il suo silenzio è un castigo, una punzione a fin di bene per tutte le volte nelle quali gli abbiamo voltato le spalle. Come accade tra fidanzati, si mette il muso nelle liti. Possiamo dire che questo è un forte richiamo di Dio”.
E i morti?
” Non possiamo sostenere che chi è deceduto sia maggiormente colpevole o peccatore di chi è sopravvissuto. Ma questa tragedia, come altre, dimostra che dobbiamo sempre tenere i conti a posto, nessuno conosce la ora o il giorno nel quale l’ amministratore ci chiederà il conto”.
Talvolta, specie nella recente predicazione e pastorale si ha la sensazione di una dimensione debordante della misericordia..
” Infatti, trovo che ci sia un misericordismo diffuso, eccessivo ed anche deleterio. Questo parlare continuo di misericordia senza collegarla efficacemente al peccato e alla giustizia è una ipocrisia e non è vero che noi ci sialviamo sempre e tutti, altrimenti dobbiamo ritenere che l’ Inferno sia vuoto. A dirla tutto questo misericordismo si associa alla teologia in parte eretica di Rahner e ci può portare alla dannazione. Questa visione in molti casi, arriva persino a superare Rahner, pervenendo agli eccessi di Lutero”.
E Papa Francesco?
“Lui insiste sul fatto che Dio è misericordia e fa bene. Però penso che parli poco del peccato e questo è un errore pastorale. Insiste troppo sul lato misericordia e di fatto sorvola sulle conseguenze del peccato e ci fa perdere di vista il sano timor di Dio, questo porta al lassismo etico”.
Dio manda castighi?
” Dio è bontà , invita tutti alla salvezza, ma permette il male. Ricordiamo che il male è legato al peccato originale. Dio lo permette quaqsi fosse una specie di catechismo per arrivare al bene sommo che è Cristo ed essere uniti alla sua Croce. Dire che Dio non castiga è lanciare un messaggio eretico. Lui castiga, ma ha misericordia. Affermare che non castiga è sbagliato teologicamente, ed anche filosoficamente”.
Bruno Volpe