“Qualcuno sostiene che i grandi imperi siano diventati tali con la guerra. Non è vero. La guerra non costruisce, ma distrugge. Distrugge le vite degli uomini, le loro abitazioni, i loro monumenti, le loro città. E la natura, il paesaggio, la bellezza. Le grandi civiltà che si sono sviluppate grazie alla cultura, alla convivenza pacifica, alla lungimiranza di chi le governava. La guerra è sempre stata un passo indietro nella storia. Le rovine che si ergono sui campi di battaglia ne sono una prova. Come lo sono i muri, le torri, le trincee e i cimiteri”.
Comincia così l’introduzione a “War Landscapes – Paesaggi di guerra”, un libro fotografico con circa 100 immagini in bianco e nero scattate dal noto giornalista televisivo Alfredo Macchi che, in quindici anni di lavoro, come inviato nelle più importanti zone di conflitto del mondo, ha potuto catturare tantissime immagini che raccontano le realtà visitate dal giornalista svizzero di nascita (è nato nel 1967 a Sorengo, Lugano) ma romano d’adozione, che attualmente lavora nella redazione NewsMediaset. Negli ultimi anni Macchi ha seguito come inviato di guerra alcuni fra i più importanti eventi di cronaca nazionale ed internazionale e ha avuto modo di notare come il fondamentalismo religioso, in particolare quello islamico, specie nei paesi dove è l’Islam è maggioritario, ha causato disastri. Nel 2011, per esempio, Macchi ha raccontato da Tunisia, Egitto e Libia le rivolte della Primavera Araba per Tg5, Tg4, Studio Aperto e TGcom24.
Inoltre ha informato i telespettatori Mediaset da diverse zone di guerra: Kosovo, Afghanistan, Medio Oriente, Iraq, Libano e Sud Sudan (dove la principale missione che sta svolgendo la Chiesa Cattolica è quella di diffondere coraggio e vigilare sulla fragile pace seguita al referendum per l’indipendenza del 2011 e di accogliere l’enorme flusso di sud sudanesi di ritorno dal Sudan, e dagli altri paesi esteri, in cui si erano rifugiati a causa della guerra e ad occuparsi dei loro bisogni pastorali). Come scrittore Macchi ha pubblicato, con Alpine Studio Editore (nel 2012) “Rivoluzione SPA. Chi c’è dietro la Primavera Araba” mentre, in questa seconda opera, WAR LANDSCAPES, che è arricchita dalla prefazione di Ettore Mo, uno dei più grandi inviati del giornalismo italiano, riporta immagini scelte di paesaggi, luoghi segnati dalla distruzione e dagli effetti della guerra.
“In questo libro – dice Macchi a LAFEDEQUOTIDIANA.IT – ho scelto fotografie di paesaggio, quasi prive dell’elemento umano, dove prevale il risultato dell’azione dell’uomo e regna il silenzio. Un’occasione per riflettere, spero, al di là delle cronache dei bombardamenti, delle avanzate e delle sconfitte, lontano dal rumore e dalle emozioni, su quello che è la guerra, su tutti i conflitti dell’epoca contemporanea”. Campi di battaglia, scheletri di aerei, muri di cemento, fortezze e postazioni militari: così, nella quasi totale assenza della figura umana, il giornalista ha mescolato il genere paesaggistico e il reportage per riflettere non su un conflitto particolare ma su tutte le guerre. Si va dalle rovine di Kabul nel 2001 alle case sventrate del Libano del Sud nel 2006, dalle città fantasma della Libia in rivolta nel 2011 ai campi profughi del Sud Sudan e dell’Iraq di questi giorni. Ettore Mo che, come detto, firma la prefazione, dice del libro di Macchi: “Ciò che prima di tutto colpisce è l’assenza totale del colore: tutte le foto in bianco e nero, a cominciare dalla copertina che mostra una Kabul in rovina, come la vidi verso la fine del ’79 quando vi misi piede per la prima volta. Poche donne per strada con la borsa della spesa, un bambino che porta a spasso il cane”. I testi sono in italiano e in inglese mentre gli scatti sono drammatici e suscitano forti emozioni.
Matteo Orlando