“La debolezza della politica e il settarismo sono cause di terrorismo”. Lo ha detto nel suo discorso alla fine di “Mediterraneo frontiera di pace” a Bari Papa Francesco, in un discorso più di natura politica che pastorale.
Un testo, quello del Papa, che ha riassunto ed elaborato le intense giornate baresi (non si esclude che questo appuntamento in futuro possa diventare stabile).
Intendiamoci, il Papa argentino non ha detto nulla di veramente nuovo. Il Pontefice ha ricordato che il Mediterraneo: “rimane una zona strategica, spesso instabile. Per questo è necessaria la trasmissione della fede, anche nella forma della pietà e della devozione popolare”.
Papa Francesco ha sottolineato che conflitti e guerre destabilizzano questa parte geografica e che le guerre sono “una autentica follia, una pazzia alle quali non ci si può rassegnare”. La risposta? Si chiama “costruzione della pace che ha come presupposto indispensabile la giustizia”, ostacolata dalla “cultura dello scarto”.
Papa Francesco ha dedicato parte del suo intervento al tema dei migranti. “Il numero di questi fratelli è andato aumentando a causa dell’ incremento dei conflitti e delle drammatiche condizioni climatiche ed ambientali di zone sempre più ampie”. La risposta non è la paura. ” Si fa strada – dice il Papa- un senso di paura che porta ad alzare le proprie difese davanti a quella che strumentalmente viene dipinta come una invasione.L a retorica dello scontro di civiltà serve solo a giustificare la violenza e ad alimentare l’ odio. La debolezza della politica e il settarismo sono cause di radicalismo e di terrorismo”. Una stoccata, neanche troppo velata ai Paesi dell’ Est Europa: “non lasciamo che a causa di uno spirito nazionalistico si diffonda la persuasione contraria, che cioè siano privilegiati gli stati meno raggiungibili e geograficamente più isolati”.
Qual è la ricetta?: “Il dialogo e naturalmente il rispetto della libertà religiosa. Per il Papa il dialogo “non ha semplicemente un valore antropologico, ma anche teologico. C’ è bisogno di elaborare una teologia del dialogo e dell’accoglienza. Estremismi e fondamentalismi negano la dignità dell’ uomo e la sua libertà religiosa. E’ anche per questo che si rende urgente un incontro più vivo tra le diversi fedi religiose”.
Nel suo discorso, il Papa ha fatto riferimento al problema dei migranti: “vi sono quanti fuggono dalla guerra o lasciano la loro terra . Il numero di questi fratelli è andato aumentando a causa dell’ incremento dei conflitti e delle drammatiche condizioni climatiche ed ambientali. E’ facile prevedere che tale fenomeno segnerà profondamente le regioni mediterranee”.
Indifferenza, ostilità e rifiuto di chi si chiude nella propria autonomia e ricchezza non è da cristiani. “La retorica dello scontro di civiltà serve solo ad alimentare odio”.
Nulla di veramente nuovo da parte di Papa Francesco. Piuttosto è bene segnalare due cose.
Nel corso dello spettacolo teatrale “Sulla stessa barca”, organizzato per il convegno Cei un comico ha deriso Padre Livio direttore di Radio Maria sul Corona Virus. Spiace che questo atto sia stato sottolineato da applausi da qualche vescovo e giornalista di settimanale cattolico. Eppure Radio Maria è una emittente cattolica. A volte si ha maggior rispetto di tv o ed opinionisti di altre fedi.
Alla messa celebrata dal Papa, è stata data, in diretta tv, la comunione al governatore della Puglia Michele Emiliano (poteva evitare di accostarsi). Uno scandalo considerata la sua condizione di vita personale, contraria alla morale cattolica. Ma nella cosiddetta Chiesa in uscita di Amoris Laetitia vale ormai tutto.
Bruno Volpe