“Il dibattito sulla migrazione non è realmente sui migranti. Ossia, non si tratta solo di migranti: si tratta piuttosto di tutti noi, del passato, del presente e del futuro delle nostre società”. A ribadirlo è il Papa, nel videomessaggio per il 70° anniversario dell’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni), letto dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin. “Non dobbiamo lasciarci sorprendere dal numero dei migranti, bensì incontrarci con tutti loro come persone, vedendo i loro volti e ascoltando le loro storie, cercando di rispondere il meglio possibile alle loro particolari situazioni personali e familiari”, il monito di Francesco, secondo il quale “non dobbiamo mai dimenticare che non si tratta di statistiche, bensì di persone reali la cui vita è in gioco”.
Tale risposta, secondo il Papa, “richiede molta sensibilità umana, giustizia e fratellanza”: “Dobbiamo evitare una tentazione molto comune oggigiorno: quella di scartare tutto ciò che risulta fastidioso. È proprio questa la ‘cultura dello scarto’ che tante volte ho denunciato”. “Nella maggior parte delle principali tradizioni religiose, compreso il cristianesimo – sottolinea il Santo Padre – troviamo l’insegnamento che ci esorta a trattare gli altri come vogliamo che trattino noi, e ad amare il nostro prossimo come noi stessi. Altri insegnamenti religiosi insistono sul fatto che dobbiamo andare al di là di questa norma e che non dobbiamo trascurare l’ospitalità verso lo straniero, poiché alcuni, praticandola, ‘hanno accolto degli angeli senza saperlo’”, come si legge nella lettera agli Ebrei: “Senza dubbio questi valori universalmente riconosciuti devono guidare il nostro modo di trattare i migranti nella comunità locale e nell’ambito nazionale”. (SIR)