“Riscoprire il potere della misericordia di sanare le relazioni lacerate e di riportare la pace e l’armonia tra le famiglie e nelle comunità”. È l’invito che Papa Francesco rivolge a “tutte le persone di buona volontà” nel messaggio per la 50ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (8 maggio 2016), dal titolo “Comunicazione e Misericordia: un incontro fecondo”
La comunicazione. Il messaggio. Quanto questo argomento, in una società come la nostra, sia importante sembra ormai davvero superfluo sottolinearlo. Il saluto passa su rete. Il ‘buongiorno’ passa attraverso fb. Lati positivi, lati negativi. Come sempre, ci sono. Gioco del rovescio della medaglia. Come in tutte le cose. Piccola riflessione, e poi andiamo al cuore della notizia (a proposito di comunicazione) : un gesto, un semplice gesto quanto può dirci. Basta la mattina, entrare in metro ed ecco davanti uno stuolo di persone intente a maneggiare iphone, pc, tablet e ddl (no quello è altra cosa…). Ma c’è reale comunicazione in tutto questo ? Non saprei. Una cosa però è evidente. I messaggi che riceviamo al giorno sono miliardi. E’ sul messaggio, anzi sul Messaggio, quello evangelico, che la lettera del Pontefice ha voluto riflettere, assieme a quello della Misericordia. Il tema non poteva che essere questo, vsto l’Anno Giubilare. La comunicazione, ricorda il Papa nel testo, presentato in Vaticano, “ha il potere di creare ponti, di favorire l’incontro e l’inclusione, arricchendo così la società”.
Infatti, “le parole possono gettare ponti tra le persone, le famiglie, i gruppi sociali, i popoli. E questa sia nell’ambiente fisico sia in quello digitale”. Pertanto, “parole e azioni siano tali da aiutarci ad uscire dai circoli viziosi delle condanne e delle vendette, che continuano ad intrappolare gli individui e le nazioni, e che conducono ad esprimersi con messaggi di odio. La parola del cristiano, invece, si propone di far crescere la comunione e, anche quando deve condannare con fermezza il male, cerca di non spezzare mai la relazione e la comunicazione”.
Da qui l’importanza della “misericordia”, “capace di attivare un nuovo modo di parlare e di dialogare, come ha così eloquentemente espresso Shakespeare: ‘La misericordia non è un obbligo. Scende dal cielo come il refrigerio della pioggia sulla terra. È una doppia benedizione: benedice chi la dà e chi la riceve’ (Il mercante di Venezia, Atto IV, Scena I)”. Ma un punto nodale dell’intero messaggio è racchiuso nel riferimento all’ascolto. Un ascolto che spesso manca in questa società, colma di rumori, troppi. Viene in mente il Beato Paolo VI nella sua lettera alla Famiglie del 1964 quando sottolineava appunto il silenzio della Famiglia di Nazareth. Un silenzio che divine nell’io di ogni persona risposta alle domande, diviene incontro con Dio e quindi con il prossimo.
“Ascoltare – scrive il Papa – significa anche essere capaci di condividere domande e dubbi, di percorrere un cammino fianco a fianco, di affrancarsi da qualsiasi presunzione di onnipotenza e mettere umilmente le proprie capacità e i propri doni al servizio del bene comune”. “Ascoltare non è mai facile. A volte – commenta – è più comodo fingersi sordi. Nell’ascolto – rimarca – si consuma una sorta di martirio, un sacrificio di sé stessi”.
“Saper ascoltare è una grazia immensa, è un dono che bisogna invocare per poi esercitarsi a praticarlo”. Davvero affascinante questo passaggio. Fa riflettere su quanto la comunicazione non sia solo dare il messaggio. Ma anche, in una certa misura, riceverlo. Elaborarlo. Ed è in questa elaborazione che avviene, direi, il dovere del cristiano: la vicinanza con l’altro. L’incontro tra la comunicazione e la misericordia – esorta il Papa – è fecondo” proprio “nella misura in cui genera una prossimità”. “In un mondo diviso, frammentato, polarizzato – conclude – comunicare con misericordia significa contribuire alla buona, libera e solidale prossimità tra i figli di Dio e fratelli in umanità”.
Nota a margine, ma non tanto a margine. Certo, bello immaginare che la lettera forse non è uscita a caso pochi giorni fa. Da riflettere visto che proprio oggi, 24 ricorre la festa di San Francesco di Sales, che in merito a comunicazione ha qualcosa da dirci. Poco considerata questa bella coincidenza che a noi piace ricordare. Basti pensare che il suo Trattato dell’amore di Dio, convinse molti ugonotti a tornare in seno alla Chiesa Cattolica. Ecco che ritorna il tema della Misericordia, l’Amore di Dio per gli Uomini. Un trattato, quello di San Francesco di Sales, che converte, arriva al cuore. Ed è proprio questo che Francesco sottolinea. In conclusione…aveva ragione Verdi, “Ritorniamo all’antico e sarà un progresso’. Progrediamo allora col cuore, sempre.
Antonio Tarallo