“Produciamo cibo a sufficienza per tutti, ma molti restano senza il pane quotidiano. Questo ‘costituisce un vero scandalo’, un crimine che viola i diritti umani fondamentali. Pertanto, è dovere di tutti sradicare questa ingiustizia attraverso azioni concrete e buone pratiche, e attraverso audaci politiche locali e internazionali”. Lo afferma papa Francesco nel messaggio inviato al segretario generale dell’Onu Antonio Guterres e ai partecipanti al Pre-Summit sul “Food System Summit 2021”, organizzato dalle Nazioni Unite a Roma da oggi al 28 luglio.
Nel messaggio in spagnolo, letto da mons. Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, il Papa sottolinea che l'”importante incontro” di Roma “ancora una volta mette in mostra come una delle nostre più grandi sfide attuali sia vincere la fame, l’insicurezza alimentare e la malnutrizione nell’era del Covid-19”. E per Francesco occorre “un cambiamento radicale”. In questa prospettiva, gioca un ruolo importante “l’attenta e corretta trasformazione del sistemi alimentari, che devono essere mirati per poter aumentare la resilienza, rafforzare le economie locali, migliorare la nutrizione, ridurre gli sprechi alimentari, fornire diete sane accessibili a tutti, essere ambientalmente sostenibili e rispettose delle culture locali”.
“Se vogliamo garantire il diritto fondamentale a un tenore di vita adeguato e adempiere i nostri impegni per raggiungere l’obiettivo Fame Zero – spiega il Pontefice -, non basta produrre cibo. C’è bisogno di una nuova mentalità e di un nuovo approccio integrale e di progettare sistemi alimentari che proteggano la Terra e mantengano al centro la dignità della persona umana; che garantiscano cibo sufficiente a livello globale e promuovano il lavoro dignitoso a livello locale; e che nutrano il mondo di oggi, senza compromettere il futuro”. Per il Papa, “è fondamentale recuperare la centralità del settore rurale”, ed “è urgente che il settore agricolo riacquisti un ruolo prioritario in il processo decisionale politico ed economico, volto a delineare il quadro del processo di ‘ripartenza’ post-pandemia”. “Questo riconoscimento – prosegue – dev’essere accompagnato da politiche e iniziative che soddisfino pienamente le esigenze delle donne rurali, promuovano l’occupazione giovanile e migliorino il lavoro degli agricoltori nelle aree più povere e remote”.
“Siamo consapevoli”, aggiunge Bergoglio, “che interessi economici individuali, chiusi e conflittuali – ma potenti – ci impediscono di progettare un sistema alimentare che risponda ai valori del Bene Comune, alla solidarietà e alla ‘cultura dell’incontro’. Se vogliamo mantenere un multilateralismo fecondo e un sistema alimentare basato sulla responsabilità, la giustizia, la pace e l’unità della famiglia umana sono fondamentali”. “La crisi che stiamo affrontando – conclude – è in realtà un’opportunità unica per impegnarsi in dialoghi autentici, audaci e coraggiosi, affrontando le radici del nostro sistema alimentare ingiusto”. (ANSA)