“Al Salamò Alaikum! La pace sia con voi!”. Così Papa Francesco saluta il “caro popolo d’Egitto” in un videomessaggio trasmesso questa mattina in occasione dell’imminente viaggio apostolico (28-29 aprile 2017). “Con cuore gioioso e grato – afferma Francesco – verrò tra pochi giorni a visitare la vostra cara Patria: culla di civiltà, dono del Nilo, terra del sole e dell’ospitalità, ove vissero Patriarchi e Profeti e ove Dio, Clemente e Misericordioso, l’Onnipotente e Unico, ha fatto sentire la Sua voce. Sono davvero felice di venire come amico, come messaggero di pace e come pellegrino nel Paese che diede, più di duemila anni fa, rifugio e ospitalità alla Sacra Famiglia fuggita dalle minacce del re Erode (cfr Mt 2,1-16). Sono onorato di visitare la terra visitata dalla Sacra Famiglia!”.
Il Papa saluta “cordialmente” e ringrazia per l’invito a “visitare l’Egitto, che voi chiamate ‘Umm il Dugna’! / Madre dell’universo!”. La gratitudine di Francesco va al presidente della Repubblica, a Sua Santità il Patriarca Tawadros II, al Grande Imam di Al-Azhar e al Patriarca copto-cattolico che “mi hanno invitato”: “Ringrazio ciascuno di voi, che mi fate spazio nei vostri cuori. Grazie anche a tutte le persone che hanno lavorato, e stanno lavorando, per rendere possibile questo viaggio”.
Il desiderio del Papa è che “questa visita sia un abbraccio di consolazione e di incoraggiamento a tutti i cristiani del Medio Oriente; un messaggio di amicizia e di stima a tutti gli abitanti dell’Egitto e della Regione; un messaggio di fraternità e di riconciliazione a tutti i figli di Abramo, particolarmente al mondo islamico, in cui l’Egitto occupa un posto di primo piano. Auspico che sia anche un valido contributo al dialogo interreligioso con il mondo islamico e al dialogo ecumenico con la venerata e amata Chiesa copto ortodossa. Il nostro mondo, dilaniato dalla violenza cieca – che ha colpito anche il cuore della vostra cara terra – ha bisogno di pace, di amore e di misericordia; ha bisogno di operatori di pace e di persone libere e liberatrici, di persone coraggiose che sanno imparare dal passato per costruire il futuro senza chiudersi nei pregiudizi; ha bisogno di costruttori di ponti di pace, di dialogo, di fratellanza, di giustizia e di umanità”.
“Cari fratelli egiziani, giovani e anziani, donne e uomini, musulmani e cristiani, ricchi e poveri – conclude Francesco – vi abbraccio cordialmente e chiedo a Dio Onnipotente di benedirvi e di proteggere il vostro Paese da ogni male. Per favore pregate per me! ‘Shukran wa Tahiaì Misr!’ / Grazie e viva l’Egitto!”.(SIR)