” Non mi pento di quello che ho scritto, anche se oggi userei parole diverse.” Lo dice in questa intervista a La Fede Quotidiana don Paolo Gariglio, già parroco a Nichelino nel Piemonte, finito nell’ occhio del ciclone e bersaglio dei movimenti gay per un vecchio libro del 2007 dal titolo “Ti amo” ( edizioni Effata), diffuso recentemente ai ragazzi. I movimenti gay accusano di omofobia il sacerdote per aver usato sulla omosessualità il termine malattia.
Don Paolo, perchè i movimenti gay la accusano con tanta veemenza di omofobia?
” Per via di un libro che ho scritto dieci anni fa, Ti amo. E sinceramente non trovo ragione di tanta ostilità. Io ho scritto e pubblicato quello che il Catechismo della Chiesa dicono sul tema. Magari dicei anni fa questo era permesso e si poteva fare, oggi no. In quanto alla omofobia siamo alla caccia alla streghe, si vuole censurare le opinioni”
Pentito?
” Non mi pento di quello che ho sostenuto, anche se oggi alla luce degli ultimi avvenimenti, eviterei il termine malattia in relazione alla omosessualità. Ma rimango della idea che i gay vadano aiutati. Non mi riferisco certamente a quelli che nascono così, e non hanno colpa, ma a quelli che scelgono quella condotta. Capisco che la parola malattia è divisiva, oggi si usano altri vocaboli in una società liquida che, al posto di difendere i principi, ne inventa di nuovi”.
Esiste una lobby gay?
” Certo, e basta vedere la tv o leggere i giornali. E’ una agguerrita minoranza che terrorizza. Anche se, a ben guardare, la lobby gay ha timore della Chiesa cattolica, quando questa parla chiaro e il linguaggio della Verità. Oggi, almeno a sentire quello che mi dicono tanti preti anche giovani, nella Chiesa e dalla Chiesa non si sentono sempre troppo protetti e difesi, si sentono spesso soli. Penso che noi sacerdoti dovremmo essere maggiormente sostenuti . Prendete quello che fa la Lega antidiffamazione degli ebrei . Qui pare ormai diffuso l’ andazzo di colpire i sacerdoti, anche dentro la istituzione”.
Nel suo Piemonte la Bonino ha parlato dentro una Chiesa…
” Giusto ascoltare tutti e dialogare, ma con tutto il rispetto, e visto il suo passato, io in Chiesa non avrei permesso alla Bonino di parlare, scelta infelice”.
Atti omosessuali sono peccaminosi?
” Rimane intatta la dottrina della Chiesa e soprattutto il Catechismo. Sono peccato grave se fatti con volontà e in spregio a Dio, con l’ intento chiaro di peccare. In quanto ai gay se sono nati con quella tendenza ed inclinazione, bisogna aver delicatezza e rispetto. Se, al contrario, non sono nati in quel modo e scelgono tale condotta, allora hanno bisogno di accompagnamento per rimettersi in ordine e abbandonare la strada sbagliata”.
Bruno Volpe