“Per uscire dal sistema di guerra occorre scegliere la strada unilaterale e faticosa del disarmo”. Queste le conclusioni del congresso nazionale di Pax Christi Italia che si è svolto a Sacrofano (Roma) sul tema “La nonviolenza è profezia e politica”.
Pax Christi Italia esprime oggi “forte preoccupazione per lo scenario globale di guerra e, nello stesso tempo, per l’aumento delle spese militari che per l’Italia potrebbe raggiungere la cifra di 100 milioni di euro al giorno; per l’incremento delle esportazioni delle armi italiane aumentate, negli ultimi due anni, di circa il 200%; esprime “dissenso rispetto al disegno di legge di delega al Governo, approvato dal Consiglio dei ministri, su proposta del ministro della difesa Roberta Pinotti, per la riorganizzazione del sistema di difesa e relative strutture, cosiddetto Libro Bianco; ritiene “necessario e improrogabile un impegno italiano, europeo e degli altri Stati membri dell’Onu perché si giunga all’approvazione del Trattato per la non proliferazione nucleare e alla ratifica dello stesso da parte di ciascuno Stato membro”; auspica che “l’Italia partecipi ai prossimi appuntamenti internazionali presso l’Onu sulla messa al bando delle armi nucleari e che l’Europa assuma un impegno fermo per impedire l’escalation del conflitto tra Usa e Corea del Nord”; denuncia una “sempre più evidente lesione dei diritti sociali che non può che consolidare un modello di sviluppo e di convivenza civile iniquo, inaccettabile per un numero sempre più crescente di persone”.
Pax Christi Italia ha apprezzato l’intervento del segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, che ha invitato ad “un impegno per disarmare i linguaggi”. È stata anche fatta presente “l’urgenza della smilitarizzazione dei cappellani militari e di un maggior impegno perché la teologia della pace divenga centrale nelle comunità e nella formazione pastorale”.
L’assemblea ha poi ricordato con affetto e riconoscenza mons. Diego Bona, già presidente di Pax Christi Italia dal 1994 al 2002, morto il 29 aprile scorso. I lavori si sono conclusi con l’elezione del nuovo Consiglio nazionale per i prossimi 4 anni. (SIR)