E’ in libreria l’ultima fatica letteraria di Camillo Langone, intitolata “Pensieri del lambrusco – Contro l’invasione”. Il libro è un viaggio divertente e ricco di riflessioni di un dandy simpaticamente reazionario tra l’amato vecchio mondo passato e quello di oggi. Vede il cuore dell’Italia vuoto per apostasia, le vene dell’Italia vuote per crollo demografico, e prima che la deculturazione riduca i suoi connazionali a indiani nelle riserve, ha voluto provare, incoraggiato dal vino, il lambrusco, appunto, perché unico vero vino autoctono italiano, a riempire di parole una parte di quel vuoto. Sull’ambientalismo. Sull’animalismo. Sul genderismo. Sull’immigrazionismo. Sull’islamismo. Sul multiculturalismo. Sull’omosessualismo. Sul veganismo. E ci ha provato a modo suo, come sa fare lui, nel suo stile tutto langoniano brillante e conciso, intelligente, pungente, divertente e a tratti dissacrante e sfrontato.
Camillo Langone vive a Parma dopo avere collezionato un buon numero di città (Potenza, Vicenza, Verona, Caserta, Viterbo, Pisa, Bologna, Reggio Emilia, Trani…). Ha pubblicato nove libri, dieci con questo. Scrive sul «Foglio» (sulle cui pagine ha inventato la figura del critico liturgico) e sul «Giornale», occupandosi in particolar modo di letteratura, architettura, arte, enogastronomia, religione.