L’arcidiocesi di Chicago è sul punto di perdere più di un quarto delle sue parrocchie. Una delle diocesi più grandi d’America si trova a confrontarsi con un crescente calo del numero dei sacerdoti che sta costringendo ad un’importante quanto imprevedibile, nelle conseguenze, riorganizzazione delle parrocchie della città.
L’arcivescovo Blase Cupich ha incontrato centinaia di preti diocesani per discutere i piani per affrontare la diminuzione del numero dei ministri sacri (un calo del 69 per cento in meno di 15 anni). Con circa 10 ordinazioni all’anno, stime interne alla diocesi prevedono, entro il 2030, un numero di soli 240 sacerdoti a fronte delle attuali 351 parrocchie e di 2,2 milioni di cattolici dell’arcidiocesi da servire.
La ristrutturazione in corso sarà la più grande avvenuta da quel 1990 quando più di 40 chiese e scuole furono fuse dall’allora Arcivescovo Joseph Bernardin. Diciassette parrocchie scompariranno nei prossimi due anni. Molti preti presteranno il loro servizio in almeno due parrocchie.
L’arcidiocesi di per sé non ha rivelato il numero di chiese preciso da chiudere, ma in una lettera pubblicata sul sito web arcivescovile, l’Arcivescovo prende atto che la Chiesa cattolica di Chicago sta vivendo cambiamenti significativi e che “alcuni dei nostri edifici parrocchiali sono in cattivo stato”.
Matteo Orlando
La diocesi di Chicago e’ stata per moltissimi anni governata da Mons. Bernardin, noto prelato liberal, i cui metodi, come e’ puntaimente avvenuto in Belgio ed Olanda ( e non sono solo in quei paesi), hanno provocato il deserto. Dopo una breve parentesi, la diocesi e’ stata nuovamente affidata ad un vescovo progressista. Insomma si vuole che il processo di decadenza della Chiesa continui ed arrivi a conclusione. A Bruxelles, affidata ad un vescovo non progressista, le cose avevano cominciato a migliorare, ma al traguardo dei 75 anni, non si e’concessa nemmeno la proroga di un giorno e la diocesi e’ tornata in mani liberali. I risultati gia’ si vedono.