Il 22 novembre scorso, giorno dedicato alla memoria liturgica di Santa Cecilia, patrona dei musicisti, è uscito il testo “Delle cinque piaghe del canto liturgico. Trattatello sulle deviazioni della musica di Chiesa”, libro scritto al maestro Aurelio Porfiri, con prefazione del Prof. Giacomo Baroffio, esperto di fama mondiale sul canto gregoriano.
Quando Antonio Rosmini nel 1848 pubblicava il suo opuscolo sulle cinque piaghe della Santa Chiesa, egli certamente intendeva mettere in risalto quali fossero le sofferenze che la Chiesa attraversava in quel dato momento storico, o perlomeno quelle che lui percepiva come tali.
L’autore, una delle menti più elevate della cultura cattolica, aveva con il suo pensiero spaziato negli ambiti più diversi, anche a volte controversi, ma mai perdendo di vista il suo essere figlio della Chiesa, come viene reso più ancora evidente dall’ardore da lui dimostrato nel lavoro sulle cinque piaghe.
Un lavoro in cui lui certo muoveva alcune critiche, alcune obiezioni, ma sempre tenendo di fronte a lui la maternità della Chiesa come elemento fondante del suo agire. Non è possibile anche criticare la propria madre senza cessare di amarla? Oggi ci sembra che ogni critica debba essere considerata alla stregua di un tradimento, di una mancanza imperdonabile di rispetto, di un affronto ai diritti della nostra santa religione. Ma in realtà è attraverso critiche costruttive che possiamo evolvere, correggere, modificare per il meglio.
Questo intende fare Aurelio Porfiri nel suo ultimo libro. “Uno sguardo caustico ma sincero sui mali che affliggono la musica e la liturgia. Perché si può criticare quando è in gioco un bene così grande come quello della liturgia, della sua dignità, del suo decoro, anche attraverso l’uso della musica. Si può criticare, anzi in alcune circostanze, si deve”.
Il professor Giacomo Baroffio, uno dei più grandi esperti mondiali sul canto gregoriano, ha scritto nella sua introduzione: “Il M° Porfiri non scopre nulla di nuovo, scopre una realtà ammalata che per sua natura si diffonde come un’epidemia grazie al fascino di ideologie pseudoculturali e alla non conoscenza dei fatti reali. A partire dall’aver coscienza degli aspetti fondamentali della fede cristiana: la Santissima Trinità, l’incarnazione del Verbo di D-i-o, la Chiesa fondata su Pietro e gli Apostoli, la liturgia quale azione di Cristo e del suo Corpo mistico, la Parola di vita, la grazia e il peccato, il Paradiso e l’Inferno…”.
Infatti non è la rivelazione di verità arcane che è dietro questo testo, ma la riflessione approfondita su cinque piaghe, che sono il clericalismo, l’antropocentrismo, il sentimentalismo, il dilettantismo e l’opposizione alla tradizione, cinque piaghe identificate fra molte. Insomma, un testo denso ma che aiuta riflette sulla crisi attuale della musica liturgica, della liturgia, della Chiesa cattolica stessa.
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Aurelio Porfiri (2017), Delle cinque piaghe del canto liturgico. Trattatello sulle deviazioni nella musica di Chiesa Hong Kong: Chorabooks.
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ISBN 9789887896906
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