Pubblicato a quattro anni da “Voglio la mamma”, l’ultimo libro del giornalista e politico – ex parlamentare Pd, oggi presidente del Popolo della Famiglia – Mario Adinolfi è andato in stampa in un giorno particolare per la storia attuale dell’Occidente. Infatti, proprio l’11 settembre 2017, nel 16mo tragico anniversario della strage di New York e del clamoroso abbattimento delle Twin Towers, “O capiamo o moriamo” [Youcanprint, Tricase (Lecce) 2017, pp. 205, € 15] ha iniziato a scalare a tempo di record i primi posti delle classifiche librarie di Amazon.
A Vitulazio, un piccolo comune di 7mila abitanti nella provincia di Caserta, una mini-manifestazione evidentemente “commissionata” dai locali circoli Lgbt, per poco non impediva l’ennesima presentazione del libro. Brandendo striscioni e cartelli con le solite frasi e parole-talismano quali «Contro sessismo e omofobia Adinolfi vai via» e «Omofobi e sessisti non sono i benvenuti». Una dozzina di ragazzi, più l’immancabile fotografo, hanno cercato di impedire l’ingresso dei partecipanti nella sala-conferenze di una scuola materna del luogo, messa peraltro gratuitamente a disposizione da una congregazione di suore ma, alla fine, grazie all’intervento delle forze dell’ordine non ci sono riusciti. Il bello è che, nel libro del giornalista cattolico, neanche si parla di omosessualità, bensì di quei pericoli che, dal terrorismo islamico ma anche dal relativismo e dalla “cultura dello sballo”, dalla legalizzazione delle c.d. droghe leggere e della prostituzione e tanto altro, ci derivano immancabilmente quando calpestiamo i principi essenziali dell’assoluta dignità e indisponibilità della vita umana, dal concepimento al suo tramonto naturale, della complementarità maschio-femmina e del rispetto di quella “cellula fondamentale della società”, la famiglia, che se venisse meno farebbe tracollare l’ultimo fondamentale caposaldo della cultura giudaico-cristiana che ha costruito l’Occidente.
Manifestare è un diritto, ci mancherebbe, ma non è possibile che lo si faccia negando i diritti e la libertà di opinione di qualcuno, tantomeno volendo bruciare libri ricorrendo a una prassi seppellita dalla storia e che fa ancora drammaticamente ricordare i regimi totalitari, sia “di destra” sia “di sinistra”. Questo tipo di manifestazioni, peraltro, richiamano anche una stagione ancora calda nel nostro Paese, quella del terrorismo e, lo stesso Adinolfi, evoca questo clima quando commentando l’episodio ha parlato di un altro «cartello violento» brandito a Vitulazio, «con il vecchio slogan degli anni di piombo “pagherete caro, pagherete tutto”». La fotografia pubblicata sulla pagina facebook del giornalista e che ritrae la manifestazione di Vitulazio, aggiunge Adinolfi, «è caravaggesca, con lo sguardo sincero e stranito di un’anziana signora davanti ai manifestanti che pare chiedersi: “Ma si è rivoltato il mondo?”. Ha ragione signora, siamo nel mondo all’incontrario»
L’OCOM tour, com’è chiamato dalle prime lettere del titolo del saggio, ha girato già una ventina di città, dalla Lombardia all’Emilia Romagna, dal Lazio alla Toscana, dal Piemonte alla Campania e, nei prossimi mesi, ha già programmati altri venti appuntamenti tra l’Abruzzo e il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e la Sicilia, oltre che ancora Lombardia, Emilia Romagna e Toscana. A gennaio, poi, ha anticipato Adinolfi, «si va in Liguria anche accompagnati da un vescovo importante che ha trovato parole di verità in “O capiamo o moriamo” e accompagnerà l’autore sul palco» (Nuove tappe dell’OCOM tour, in “Amici di Mario Adinolfi”, 10 novembre 2017).
Giuseppe Brienza