Il cardinale Raymond Burke, patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta, ha dichiarato a The Wanderer: «Sappiamo ciò che la Chiesa insegna sul matrimonio e sulla famiglia. È riportato nel Catechismo della Chiesa Cattolica e nelle dichiarazioni magisteriali in materia di matrimonio e la famiglia. Andate a leggere Familiaris Consortio, Casti connubii, Humanae vitae! Sappiamo ciò che la Chiesa insegna e teniamo fermo su questo. Non possiamo lasciarci scoraggiare. La situazione di confusione pervasiva è sconfortante. Ma il Papa non può insegnare cose che ci spingono a fare qualcosa di diverso da quello che la Chiesa ha sempre insegnato e praticato. Il deposito della fede ci è dato dalla Chiesa e dobbiamo attenerci a quello. Noi non tradiamo o abbandoniamo seguendo tutte le tendenze popolari. C’è un meraviglioso brano di Papa Giovanni Paolo II, il n. n. 29 della Novo millennio ineunte, che dice che le persone sono sempre alla ricerca di qualche formula magica o qualche nuovo programma per le pratiche pastorali della Chiesa. Ma Giovanni Paolo II dice: “No, il programma è quello di sempre: è Gesù Cristo nella tradizione vivente”. Ai laici dico che c’è bisogno di scrivere e di non rimanere in silenzio, altrimenti si dà l’impressione che anche noi sosteniamo queste confusioni ed errori, che, si sa, sono opera del Diavolo, lui che è il padrone di confusione ed errori».
Relativamente alla Santa Eucaristia, il cardinal Burke dice: «il Papa non può insegnare nulla che la Chiesa non ha sempre insegnato per quanto riguarda la ricezione della Santa Eucaristia. Uno che non ha fede cattolica nell’Eucaristia non può avvicinarsi a ricevere il sacramento. Inoltre, la fede necessaria per ricevere l’Eucaristia non è qualcosa che si può decidere in coscienza. È necessario che una persona sia preparata attraverso la catechesi ad abbracciare pienamente la fede cattolica, e quindi entrare in comunione con la Chiesa. La piena comunione è quindi compiuta quando si riceve la Santa Comunione. È in questo modo che i commenti del Santo Padre alla donna luterana devono essere interpretati».
Il Papa, ai vescovi tedeschi, ha espresso la sua preoccupazione per la “erosione della fede cattolica in Germania”. Il cardinal Burke rincara la dose: «Alcune delle dichiarazioni pubbliche dei leader della Chiesa in quel paese, tra cui quella della Conferenza dei Vescovi, sono scandalose. Coloro che hanno la responsabilità di guidare la Chiesa sono stati i principali fautori della rottura della sua disciplina per quanto riguarda l’indissolubilità del matrimonio. Essi devono guardare molto sul serio il fatto triste che le persone non praticano la fede e che non hanno intenzione di frequentare la chiesa e i sacramenti. C’è stata una grande perdita di fiducia in Germania, un paese che – in passato – ha praticato la fede cattolica in grado eroico. C’è chiaramente un disperato bisogno di una nuova evangelizzazione. E Papa Francesco ci ha invitato proprio a questo. I leader cattolici in Germania non possono dire che la Chiesa nel loro Paese è diversa da quella della Guinea, degli Stati Uniti, o della Chiesa di qualsiasi altro luogo. Non possono giustificare così diverse pratiche pastorali. No, la Chiesa fondata da Cristo è una, santa, cattolica e apostolica, come è sempre stato e sempre sarà».
Sui Cavalieri e le Dame di Malta, di cui è patrono, il cardinale dice che «il loro scopo primario è la difesa della fede e la cura dei poveri (Tuitio Fidei e Obsequium Pauperum). Infatti, le due cose sono inseparabili. Non si può avere vera cura dei poveri senza una difesa coerente della fede. Il nostro modello in questo sforzo dovrebbe essere san Paolo, l’eroico apostolo delle genti, che ha affrontato ogni sorta di prova e difficoltà. Alla fine della sua vita egli fu in grado di scrivere a San Timoteo: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede” (2 Tm 4,7). Io, allo stesso modo, esorto i Cavalieri di combattere la buona battaglia in questa confusione dilagante. Se si accetta il grande onore di essere un Cavaliere o Dama di Malta, si deve anche accettare la responsabilità di essere un difensore della fede».
In mezzo a tanta confusione, conclude Burke, «la gente si scoraggia e persino teme che l’apocalisse è su di noi. Ma se ci mettiamo nelle braccia materne della Beata Madre, lei ci terrà vicino a suo Figlio. Maria è il faro che ci sta volgendo alla tradizione, ai fondamenti della nostra Fede. Non vuole farci prendere la strada delle cosiddette “nuove idee”. Dobbiamo pregare il Rosario sempre più con fervore, chiedendo la sua intercessione per la Chiesa del nostro tempo».
Matteo Orlando