“Il welfare? L’ha inventato Gesù Cristo. Penso alla parabola del buon samaritano, che ci fa capire quanto siamo chiamati a prenderci cura l’uno dell’altro”. Così monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, intervenuto oggi al convegno “White Economy: il futuro del Welfare” organizzato da Unipol in collaborazione con Censis al Palazzo della Cancelleria di Roma.
“Mi viene in mente – ha continuato – una frase del filosofo Maurice Blondel, che diceva che ‘c’è un infinito presente a tutti i nostri atti volontari; e questo infinito non possiamo da noi stessi contenerlo nella nostra riflessione, né riprodurlo con il nostro sforzo umano’. Per questo dobbiamo ricordare che la presenza di infinito in ogni nostro atto va a toccare una dimensione di profondo mistero. Ciascuno di noi ha l’esigenza di rispondere a domande universali, ciascuno di noi ha bisogno di relazioni”.
Queste ultime, per Fisichella, “sono un tema fondamentale nella white economy: ogni persona che si accosta a un’altra per aiutarla deve instaurare relazioni umane. Se tutto viene risolto nell’orizzonte del compenso mensile, manca l’empatia e si crea solo un rapporto di dipendenza”. “Senza relazioni si perde il primato della persona che aiuta un’altra ad essere se stessa”, ha ammonito il presule, che si è chiesto: “Siamo in un periodo di transizione, ossia di debolezza, se facciamo un’economia senza etica dove possiamo mai andare?”. (SIR)