Mettete un giovane esattore delle tasse di nome Friedrich Malthus in una locanda con un vecchio idraulico e collezionista di sottobicchieri di nome Alonso Pecherton, aggiungete un viaggio pieno di risse alla Bud Spencer e di dialoghi metafisici da perderci la testa e otterrete “Rivolta alla Locanda”, il nuovo libro della collana “UOMOVIVO – umorismo, vita di coppia, Dio”, edita da Berica Editrice.
Un western onirico che sembra scritto da Chesterton, celeberrimo scrittore cattolico e nume tutelare del giovanissimo Edoardo Dantonia, il quale non nasconde la sua profonda “amicizia” con lo scrittore inglese re dei paradossi e anzi lo omaggia con un romanzo breve ma intenso dichiaratamente ispirato alla sua poetica.
L’opera sembra voler ribadire un concetto ovvio ma probabilmente dai più non preso abbastanza in considerazione: e cioè che non ci si salva da soli. Da questo presupposto parte l’assurdo viaggio dei due improbabili compagni d’avventura. Il lettore s’imbatterà in un Pecherton che trascina in giro per il mondo quasi di peso (anzi, senza “quasi”) il “povero” Malthus: dal buio lo porta alla luce, dall’abisso lo innalza. Perché a volte per far rinascere una persona sono necessarie botte da orbi.
“Sia chiaro: non c’è solo Chesterton, anzi. C’è tanto amore per la vita, tanta Speranza, come pure la Fede e la Carità (anche se quest’ultima maneggiata più col badile che con il cucchiaino del miele), e una buona dose di apparente follia.”
Marco Sermarini, presidente della Società Chestertoniana Italiana ritiene che “pare lapalissiano affermare che da soli non è possibile ottenere la salvezza, siccome è Dio ad elargire questo dono, ma quello che intendo dire è che non si tratta mai di un rapporto esclusivo tra noi e Lui. Non è soltanto nella Comunione o in ginocchio davanti al Crocefisso che si entra in contatto con Dio, ma anche nel rapporto con l’altro. Non ‘io e Tu’, ma bensì ‘io, Tu e l’altro’. Di questo mi sono reso conto nei momenti di solitudine, di scoramento, quando cioè nel buio della mia stanza, in un momento di vuoto spirituale, arrivava l’sms di un amico che mi invitava ad uscire e mi traeva letteralmente dall’abisso.”