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“Decisione corretta, ma temo che i Testimoni di Geova la possano sfuttare persino a loro vantaggio.” Lo dice in questa intervista  a La Fede Quotidiana Rocco Politi, 40 anni tra i Testimoni dai quali è andato via.  Da tempo illustra quel mondo svelandone i segreti. Con una decisione clamorosa, la Corte Suprema russa ha vietato ai  Testimoni di Geova nella Russia lo svolgimento di ogni attività religiosa e ha disposto la confisca dei beni. Chiediamo a Politi che cosa ne pensa.

Politi, qual è la sua opinione sulla decisione russa?

” La trovo tutto sommato accettabile e corretta. Temo, però, che il bando non sarà produttivo e che  possano sfruttare questo a loro vantaggio”.

Perchè?

”  I Testimoni di Geova sono molto abili nella comunicazione e a ribaltare le situazioni a loro favore e vantaggio. Diranno di essere dei martiri della altrui intolleranza e di essere dei perseguitati, potranno sostenere che Gesù  aveva predetto le loro tesi in tema di persecuzione e alla fine forse avranno ancor più successo e risonanza”.

In che senso?

” Io detesto il loro modo di agire, ma penso che la scelta russa, che valuto corretta sia ben chiaro, spingerà i Testimoni di Geova a dire con maggior forza che la loro profezia è vera e che si sta persino avverando. Faranno discorsi in tutto il mondo in questa direzione, diranno che sta arrivando la fine del mondo, e che loro lo avevano annunciato. Probabilmente avevano annusato da tempo la decisione russa. Da almeno un anno girava un  video che parlava di questo”.

Che cosa pensa di Putin?

” Che è un difensore della cristianità. Lo apprezzo. In quanto al bando penso che sia più giusto colpire i vertici della organizzazione che i singoli.  Bisogna andare al potere finanziario e a chi è responsabile dell’indottrinamento”.

Possibile parlare di setta?

” Da un punto di vista giuridico no e dunque non uso questo termine almeno prendendo per buone  valutazioni internazionali ed europee. Tuttavia alcune condotte  nel concreto si prestano a letture settarie”.

Lo dice  in riferimento alla sua esperienza di 40 anni e alla sua uscita?

” Mio padre è Testimone di Geova, ha 86 anni e da quando sono andato via non mi parla più e non vuole contatti con me, mi ignora, per lui non esisto: sono come morto. Intorno a me è stata fatta terra bruciata in ogni senso. Ovviamente io non attribuisco colpe a mio padre che a sua volta non è libero”.

Che cosa le è accaduto dopo la uscita dai Testimoni di Geova?

” Me ne sono capitate e  me ne succedono tante. In internet non ci posso andare, sono bollato di apostasia, mi si dice che  ho rubato. Ricevo minacce e qualche tempo fa la mia BMW è stata distrutta, la conservo ancora. Non affermo che siano responsabili di questo i Testimoni di Geova, ma per una singolare coincidenza queste cose sono accadute subito dopo la mia uscita. Chi va via ha terra bruciata come succede a chi collabora con la giustizia una volta pentitosi”.

Bruno Volpe

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