“Ai miei tempi i migliori calciatori giocavano in Italia, era il tempo del catenaccio ed era difficile segnare un gol contro questi bravi difensori. Erano maturi e avevano esperienza perché giocavano ogni settimana contro tanti fuoriclasse. Per questo sono diventato un calciatore migliore”. Lo ha detto l’ex giocatore del Milan, Ruud Gullit, ospite di “Sport2000”, il programma sportivo di Tv2000 condotto da Giampiero Spirito.
Gullit ha affrontato il capitolo razzismo: “C’è ovunque, dipende da come ti comporti. Dipende dalla tua attitudine, devi giocare bene e basta. C’è tanta gente che si scarica durante le partite per quello che gli è successo durante la settimana. Problemi con il lavoro, la moglie, i figli. Balotelli viene ‘sgridato’ anche per le questioni fuori dal campo. Non tutti sono razzisti anche quando dicono brutte cose”.
“La cosa più importante e significativa della mia vita – ha osservato l’ex campione olandese – è stato l’incontro con Nelson Mandela. Era un uomo generoso e carismatico che ha influenzato il mondo intero. Da lui ho imparato l’umiltà e la capacità di perdonare. Mi ha insegnato che non si può avere simpatia per tutti ma bisogna avere sempre rispetto”.
Gullit ha anche parlato del suo rapporto con la religione: “Credo in Dio, mi sento seguito e molto fortunato. Ogni tanto vado in Chiesa. Dio è sempre dentro di noi e nella nostra coscienza che ti fa capire quando si sbaglia. Ho avuto tanti momenti in cui non ho ascoltato bene la mia coscienza. Oggi invece sono molto più equilibrato e seguito”. (SIR)