“ Sono felice di poterlo raccontare. Devo molto al mio passato di sportivo e di portiere di calcio.” Lo dice in questa intervista il simpatico parroco foggiano don Rosario De Rosa, titolare della parrocchia Beata Vergine del Rosario a Foggia e responsabile della pastorale della salute nella sua diocesi. Il sacerdote è stato assalito con un bastone di un metro e mezzo da un immigrato africano del Gambia il quale, prima di scagliarsi sul prete ha dato fuoco al presepe, poi ha sfondato e distrutto l’edicola della Madonna presente nel cortile. Un gravissimo danno di fede, storico e certamente economico. Ai Carabinieri, dopo l’arresto, l’africano ha detto di essere musulmano e di ager agito per questa ragione in odio alla fede cristiana.
Don Rosario, ha avuto paura?
“Le racconto quello che è successo. Erano le 12, 50 e mi trovavo nel cortile esterno della parrocchia dove stanno l’edicola della Madonna del Rosario e il presepe. Ho notato un giovane che si aggirava con aria strana e mi si è avvicinato tirando fuori un bastone..”.
E allora?
“ Prima di scagliarsi su di me, ha colpito l’ edicola della Madonna mandando i vetri in frantumi, poi ha incendiato il presepe. Se avesse fatto questo dentro l’ edificio, non saprei che cosa avrebbe potuto succedere, ci sarebbero state conseguenze gravissime. Non pago di questo, si è buttato su di me per colpirmi con la mazza”.
Che farete ora?
“ Ricostruiremo tutto e subito, sia l’ edicola che il presepe, bisogna dare un segno chiaro che la vita va avanti e che non ci laciamo fermare da questi accadimenti. Per fortuna sono riuscito a bloccarlo ed ora posso raccontare quello che è successo. Lo ho consegnato ai Carabineri denunciandolo”.
Come ha fatto?
“ Sono un ex atleta e devo questo al mio passato di sportivo e di calciatore, ho fatto il portiere in vari campionati ed anche nella Nazionale dei Sacerdoti. Secondo me dava anche segni di squilibrio”.
Ma in caserma ha detto che è islamico e che agiva per questa ragione contro simboli cristiani…
“ La mia idea è che bisogna essere sempre tolleranti e che anche loro, i migranti, devono rispettare la legge, le abitudini e le tradizioni dei paesi che li ospitano con tanta generosità. Mi domando che cosa sarebbe capitato a me se avessi fatto lo stesso nella sua terra. In ogni caso, al male bisogna rispondere col bene, l’amore è più forte dell’ odio ed anche gli italiani, va detto, talvolta non sono ben disposti nei riguardi dei segni cristiani, basta pensare a chi non vuole il crocifisso nelle scuole e pensa di rimuoverlo.”
Bruno Volpe