Mi sono confrontato con alcuni miei parrocchiani. Mi si diceva: “oggi tanti vanno a Messa dove c’è “movimento”!
Anche se la Costituzione Liturgica parla di “attori” della celebrazione, la Messa non è uno “spettacolo”. Infatti non si paga un biglietto di entrata per parteciparvi.
Purtroppo c’è sempre la tentazione di alcune Comunità di “spettacolizzare” la celebrazione della Messa per renderla più attraente e adatta ai tempi.
Non è raro vedere sui social preti trasformati in giocolieri che si sbracciano, sbraitano e saltellano.
Sembrano proprio dei saltimbanchi e i fedeli a gesticolare, anche nelle forme più strane, accompagnate da continui battimani.
Nessuna differenza con i famosi “baccanali” dell’antichità Greca e romana.
Mi sono chiesto più volte: ma nelle nostre celebrazioni c’è un vero “incontro” con Dio?
Quando non si riescono a creare l’atmosfera e le condizioni per incontrare Dio, si cerca l’alternativa: la spettacolarizzazione.
Mi viene in mente la pagina biblica di Elia e i sacerdoti di Baal. Questi ultimi pensavano che i loro dei sarebbero scesi a bruciare gli agnelli sacrificati, urlando a più non posso.
Dio non si incontra nel baccano, ma nel silenzio dell’anima, messa nelle condizioni di ascolto.
Nelle nostre celebrazioni c’è proprio la mancanza del “luogo” interiore e anche esteriore di Dio.
Assemblee anonime e demotivate, con un sottofondo di chiacchierio continuo e celebrazioni di routine, spesso fredde e raffazzonate. Eppure quando Isaia vede Dio, tremano anche gli stipiti delle porte.
La narrazione dell’Ultima Cena nel Cenacolo di Gerusalemme è circondata da un’aria di mistero e di grande partecipazione.
La riforma liturgica ci ha aperto gli occhi su una realtà straordinaria: l’incontro tra Dio e l’uomo nella “lode”. Ne abbiamo preso solo l’esteriorità, l’apparire.
Credo che rivisitando con un certo occhio critico e una buona dose di discernimento le nostre celebrazioni, potrebbe riportare noi e le nostre Comunità a fare la vera esperienza del divino. I nostri Vescovi, anni fa, avevano creato uno slogan: “Meno Messe e più Messa”. Purtroppo è stato subito dimenticato.
Padre Antonio Nuara
Non ho alcun dubbio nel riconoscere in questi “spettacoli” le caratteristiche dei veri e propri “sacrilegi”, e ve ne sono di peggiori! Giustamente Padre Antonio fa notare il decoro nella preparazione e il clima di intimità nello svolgimento dell’Ultima Cena, prima celebrazione Eucaristia presieduta da Gesù stesso che si perpetua (lo dovrebbe anche nei segni esteriori) nella celebrazione della Santa Messa. Ma mi scandalizza e mi riempie di sdegno ancor più il silenzio e talvolta la partecipazione di Sacerdoti, Teologi e perfino di Vescovi a tali iniziative sacrileghe! Più che Pastori sono volgari mercenari che snaturano il comportamento di Cristo, rinnovano nel suo Corpo Mistico le stesse piaghe inferte dai crocifissori, si fanno beffe della Cena e Sacrificio incruento di Cristo e portano essi stessi i fedeli a loro affidati al sacrilegio. Si ravvedano!!! Il loro silenzio e comportamento è più irresponsabile e devastante di quanto lo sia quello di chi guida la traversata del mare non sulla Barca con Cristo ma su… barconi diretti alla morte. Ritrovino la fedeltà al sacro Ministero che il Signore ha loro trasmesso nel sacramento dell’Ordinazione sacerdotale ed episcopale!
Sono d’accordissimo con Padre Antonio Nuara.