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“Sui temi delicati la politica non studia, cattolici assenti”: sul fine vita e suicidio assistito e relativa recente sentenza della Consulta, il senatore Gaetano Quagliariello di Idea  fa la sua analisi molto cruda e chiara senza sconti.

Senatore Quagliariello, che cosa pensa della decisione della Corte Costituzionale?

“ Sono sbalordito naturalmente in senso negativo. Per mia abitudine non commento le decisioni dei giudici che vanno accettate, ma questa volta la Corte ha fatto una cosa  a dir poco singolare quando tempo addietro, ha gettato la palla alla politica dettando l’ agenda dei lavori, assegnando persino un termine. Cosa che non si è mai vista. A questo si aggiunga lo steso tenore della legge”.

Cioè?

“Decisione a parte, la legge sul fine vita di per sè ha e contiene un principio favorevole all’ eutanasia e va contro il rispetto della vita umana. Non è affatto errato affermare che nel nostro ordinamento esista un favor mortis”.

Certo. Ma la Corte comunque aveva dato un anno alla politica per provvedere . Che cosa è stato fatto?

“Niente. La politica ha dormito. Non so quanto per precisa volontà o per sciatteria. L’ eutanasia è un tema di natura divisiva sul quale occorre studiare, approfondire, valutare. La politica in Italia davanti a certe situazioni non vuole applicarsi e studiare. Li reputa forse troppo complessi, preferisce la  grossolana e banale semplicificazione. Fa più rumore e porta voti parlare solo di tasse e di immigrati che di fine vita”.

I cattolici nel Palazzo non si sono fatti sentire, almeno in gran parte..

“Questo è vero. Credo che tanti credenti abbiano avuto paura di urtare il politicamente corretto perchè tale è questo tema.  E allora neppure i cattolici in politica si sono mossi. Insomma, la paura dell’ impopolarità ha avuto la meglio sulla coerenza ed ha giocato un ruolo determinante”.

La Chiesa italiana?

“La Cei si è mossa con decisione, ha parlato chiaro e con forza. Magari un poco tardi, ma si è fatta sentire”.

Bruno Volpe

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