Al termine dell’udienza generale del 13 aprile, il Papa ha ricordato che si recherà nell’isola di Lesbo, dicendo: «Andrò, insieme con i miei fratelli il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo e l’Arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia Hieronymos, per esprimere vicinanza e solidarietà sia ai profughi sia ai cittadini di Lesbo e a tutto il popolo greco, tanto generoso nell’accoglienza. Chiedo per favore di accompagnarmi con la preghiera, invocando la luce e la forza dello Spirito Santo e la materna intercessione della Vergine Maria».
La visita del Santo Padre sull’isola di Lesbo ricorda in un certo senso quella che fece sull’isola di Lampedusa, sottolinea il cardinale africano Turkson. «È un’altra isola che riceve persone costrette a fuggire dalla loro terra. Quindi, la visita sarà di nuovo un tentativo per mettere sullo schermo globale la situazione di queste persone e al tempo stesso le sue cause, per interpellare il mondo e la coscienza globale, chiamandola a fare qualcosa per evitare tutto questo. C’è una situazione di violenza, ora in questo caso da parte dell’Is, ma prima ancora con la guerra in Siria. È necessario invece che ci sia la pace, una pace che non deve essere soltanto il frutto della diplomazia ma che si basi in gran parte sull’amicizia, l’amore e la fraternità che si possono mostrare nei riguardi di queste persone. La Casa comune non riguarda soltanto l’ambiente naturale, ma anche l’ambiente, come il termine usato da Papa Benedetto, “dell’essere umano”. Quindi l’ecologia integrale ci invita a riconoscere che non si può promuovere un aspetto della vita sul pianeta, trascurando l’altro. Il successo della vita umana sulla terra si raggiunge attraverso tantissimi elementi».
Emilia Kamvisi, la nonna di Lesbo candidata al Premio Nobel per la pace (la sua foto, insieme alle sue amiche Maritsa e Stratia, mentre allatta con un biberon un bambino siriano, ha fatto il giro del mondo), accoglie con gioia la visita di Papa Francesco a Lesbo il prossimo 16 aprile: «è bellissimo che un cattolico venga a difendere tanti musulmani. Fa bene. Siamo tutti sotto lo stesso cielo, con un solo Dio. Speriamo che il Papa possa mettere fine alle sofferenze dei profughi che si trovano a Idomeni, picchiati dalla polizia della Macedonia. Sono bambini, donne incinte e anziani come noi. È terribile».
Maria Rocca