“Legge sul fine vita? Una barbarie, lo affermo da medico e da credente” . Ecco l’affondo in questa intervista della dottoressa Silvana De Mari, medico, blogger e scrittrice. Da segnalare i suoi recenti libri “Arduin il rinnegato” e “La nuova dinastia”, finiti nel boicottaggio delle lobby LGBT ed acquistabili anche su Amazon.
Dottoressa De Mari, uno degli ultimi atti del Senato è stato l’approvazione della legge sul fine vita. Quale il suo giudizio?
“Una barbarie. Lo affermo da medico e da credente. Fare morire la gente di fame e sete, come prevedere la legge, è crudele”.
Causa sofferenza?
“Certo. La non somministrazione di acqua e di cibo causa sofferenza fisica e dolori atroci. Evidentemente che ha scritto ed approvato la legge non lo sa o lo vuole ignorare di principio. E tale sofferenza a livello morale la provano sicuramente medici e infermieri. Loro sanno molto bene il dolore causata dalla sospensione di acqua e cibo”.
Eppure molti politici che si definiscono cattolici, in Parlamento, hanno votato a favore della legge. Se lo aspettava?
“Sinceramente da tanti di loro non prevedevo nulla di meglio, perchè conosco bene questi politici. Si dichiarano cattolici quando fa comodo, quando serve, ma in realtà non lo sono. Mi sembrano un esempio di colossale incoerenza”.
Obiezione di coscienza, è un diritto del medico?
“Non solo è un diritto, ma addirittura per il credente è un dovere, anche se potrebbe causare guai giudiziari e la radiazione dall’ Ordine dei Medici. Non si possono servire due padroni”.
Ritiene che la Chiesa italiana abbia fatto davvero tutto il possibile per contrastare la legge?
“Monsignor Negri ha detto in una intervista recente che la Chiesa ha perso questa battaglia senza combatterla. Per una volta dissento da Monsignor Negri e me ne duole. Vado oltre e dico che era connivente con questa legge, sapeva bene il suo contenuto da tempo e prima, ma ha taciuto. Per la Chiesa italiana la sola vera campagna da spendere è quella sullo jus soli. Mi dispiace dirlo, ma temo ogni giorno di più, che in questa Chiesa si sia infiltrata la massoneria o il nemico”.
Bruno Volpe
Luli ha poi sottolineato come il credente è colui che si allontana da tutti i peccati e, tra le pratiche contrarie al Corano, ha citato l’odio che «non solo danneggia l’individuo ma anche l’intera società». Al contrario, «la morale alta del credente irradia la semplicità, la fedeltà, la sincerità, l’amore, la pazienza, l’allontanamento dalle cose inutili, la solidarietà, il rispetto dei genitori e il rispetto del diverso. Il credente deve rispettare anche chi non la pensa come lui».