In Spagna l’ associazione degli avvocati cristiani ha dichiarato guerra al municipio di Madrid e ai creatori di un lavoro teatrale che offende il sentimento religioso.
L’opera teatrale, che ha il blasfemo titolo di “God has a Vagina”, interpretata dal collettivo teatrale Vértebro, vorrebbe esplorare come l’immaginario popolare – la religione e le sue icone, la musica, il cibo, le feste – modella l’identità personale.
Ma gli attori rimangono nudi durante tutta la performance e, svestiti, ricreano scene legate alla tradizione della Spagna, inclusa la Pasqua.
Il lavoro ha debuttato nel 2017 al Terrasa Noves Tendències Festival di Barcellona e da allora è stato eseguito a Valencia, al Festival di Reims in Francia e a Città del Messico.
La protesta in Spagna è iniziata prima del debutto a Madrid. La mattina dello spettacolo l’Associazione spagnola degli avvocati cristiani ha iniziato a ricevere chiamate da persone che sono state offese da ciò che avevano visto nei video promozionali, ha detto a EL PAÍS il capo del gruppo Paloma Castellanos.
L’organizzazione della Spagna ha lanciato una petizione per chiedere al Sindaco di Madrid Manuela Carmena di interrompere lo spettacolo e chiedere al pubblico ministero di Madrid di sospendere i lavori perchè “offendono il sentimento religioso”, aggiungendo che lo spettacolo non è stato vietato ai minori, che quindi hanno potuto partecipare liberamente.
Castellanos ha rivelato che la petizione pubblicata on line per limitare lo “spettacolo” ha ricevuto in un solo giorno ben 60 mila firme.
Anche l’organizzazione cattolica Hazte Oír ha lanciato anche una petizione dal titolo: “La pornografia per prendere in giro la Pasqua”. Già più di 32 mila persone hanno firmato la petizione, secondo il sito web della campagna.
Tuttavia il pubblico ministero di Madrid ha sentenziato che non c’erano motivi legali sufficienti per fermare lo spettacolo previsto, spiegando anche che non c’era “nessuna urgenza o possibilità di danni irreparabili come sostenuto dai denuncianti”.
Il dipartimento culturale del municipio di Madrid ha difeso il lavoro sulla base della libertà creativa. Il capo delle attività culturali Getsemaní de San Marcos ha dichiarato che “sia le amministrazioni che programmano i centri culturali municipali che gli artisti che presentano il loro lavoro hanno un’autonomia artistica”, aggiungendo che “molti altri artisti hanno usato l’iconografia e un’estetica che evoca simboli religiosi senza causare offesa”.
Parlarne è una maniera per fare pubblicità. Tacete qualche volta!
Chi controlla il potere e i media ha interesse a far calare il silenzio sulle voci dissidenti. Chi, come i cattolici, non ha questa possibilità, ha il dovere di denunciare questi comportamenti. Tacere, in casi come questo, significa avallare. Il laissez faire fa il gioco di chi, progressivamente e in maniera inarrestabile, demolisce tutto ciò che è religione. Chiediamoci perchè non si fanno questi spettacoli su Maometto e ringraziamo chi, con la forza di Internet, ci permette di conoscere questi comportamenti e di protestare, almeno qui.