Monsignor Juan Antonio Reig, vescovo di Alcalá (Spagna), nella relazione finale del Congresso tenutosi nella sua diocesi nel mese di marzo con il titolo “La familia cristiana y la escuela católica: Minorías creativas para la renovación de la sociedad“, ha denunciato un “processo di decostruzione culturale” mondiale e un “attacco globale e pianificato scientificamente e sistematicamente contro la Chiesa cattolica e l’ordine della creazione-incarnazione-redenzione”.
Monsignor Reig include nella lista degli attacchi contro la Chiesa “l’ingiustizia sociale (con la sintesi del marxismo e del liberalismo), l’ecologia idolatrica e frammentata, la contraccezione, la sterilizzazione, l’aborto, l’‘amore romantico’, il divorzio, l’‘amore libero’, le tecniche di riproduzione assistita, la ‘pornificazione’ delle relazioni personali e della cultura, la sessualità senza verità, l’usurpazione deliberata della filiazione naturale dei bambini, la manipolazione arbitraria dell’anatomia, della fisiologia e dell’identità personale, l’eutanasia e il suicidio assistito, il ‘poliamore’, la realtà virtuale sostitutiva, la manipolazione e il miglioramento genetico degli embrioni, la bio-neuro-ingegneria post-umanista, ecc”.
Monsignor Reig considera queste tematiche come “solo alcuni dei passi previsti, scientificamente e sistematicamente, per la decostruzione dell’’identità-missione’ voluta da Dio per l’uomo”. Un quadro cupo che monsignor Reig Plá spiega utilizzando l’immagine di Papa Francesco, della Chiesa come un ‘ospedale da campo’, nel senso che, chiarisce il vescovo: i “pazienti che oggi incontriamo non sono casi isolati senza connessione, ma persone che soffrono a causa di una grande epidemia, l’emotivismo contemporaneo che identifica l’amore con un sentimento, e non permette agli uomini di edificare nel tempo relazioni durature”. In questo processo i cristiani soffrono a causa di questa “minorías dominantes” che “pretende di imporre la sua visione, cioè il costruttivismo filosofico, frutto del relativismo”.
“Con questo metodo di decostruzione/costruzione della realtà, e in particolare senza una adeguata antropologia e senza nessun riguardo per la verità e il bene oggettivo della persona. Ogni “persona è diventata un oggetto di consumo senza limiti morali” – ha aggiunto il vescovo di Alcala – ricordando che l’ideologia gender, le teorie queer e cyborg, il transumanesimo/postumanesimo, sono le “espressioni moderne della tentazione primordiale del ‘sarete come dèi’”, supportate da un linguaggio d’’assalto’ che tende a “cambiare i paradigmi” e vuole vietare ‘culturalmente’ i termini “marito, moglie, padre, madre, figlio, figlia, uomo, donna e Dio”. In questo senso, conclude il vescovo spagnolo, “abbiamo scoperto che la struttura giuridica dello Stato in materia di matrimonio, di famiglia e di vita è diventata una ‘struttura di peccato’; stiamo andando verso una dittatura costruzionista ‘confessionale’ da un lato e nichilista dall’altro, che potrebbe ‘evolvere’ al livello superiore del transumanesimo”.
Matteo Orlando