Non retrocede di una virgola il vescovo di Chioggia, monsignor Adriano Tessarollo che, nei giorni scorsi, dalle pagine del settimanale Nuova Scintilla, aveva criticato la pesantezza della sentenza (due anni e otto mesi e 325.000 euro di risarcimento) emessa dal giudice Beatrice Bergamasco nei confronti del tabaccaio di Civè, Franco Birolo che, nel 2012, aveva sparato – uccidendolo – ad un rapinatore che stava dando l’assalto al suo negozio.
Mantiene la sua critica anche dopo la “minaccia” dell’Associazione nazionale magistrati di procedere con una querela per l’ingerenza del prelato. «Sono tranquillo – spiega monsignor Tessarollo – ho espresso il mio parere che non cambia oggi, dopo aver letto le motivazioni della sentenza. Non ho mai detto che il tabaccaio ha fatto bene a sparare o che sia giusto uccidere se uno invade il domicilio o l’attività, ho detto che c’erano molti elementi da considerare e il giudice, a mio parere, ha considerato solo alcune cose, non tenendo conto del perché il tabaccaio ha sparato. Trovo che la sentenza sia sproporzionata. Se non si può più nemmeno esprimere la propria opinione, beh forse allora non siamo in democrazia…».
Rivolgendosi al giudice, il vescovo aveva detto: «Mi permetta un’ironia, signora giudice: quello che non era riuscito forse a rubare il ladro da vivo, glielo ha dato il giudice, completando il furto alla famiglia, un bel vitalizio ottenuto per i suoi familiari, con l’incidente accadutogli nel suo “lavoro di ladro”!».
Matteo Orlando