di Simona Marino
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San Pio, popolarmente noto come Padre Pio da Pietrelcina, al secolo Francesco Forgione, fu canonizzato il 16 giugno 2002 da San Giovanni Paolo II. Nella celebre omelia il Papa ha ricordato che: “in tutta la sua esistenza, egli ha cercato una sempre maggiore conformità al Crocifisso, avendo ben chiara coscienza di essere stato chiamato a collaborare in modo peculiare all’opera della redenzione” […] amava ripetere: “sono un povero frate che prega”, convinto che “la preghiera è la migliore arma che abbiamo, una chiave che apre il Cuore di Dio” […] La Divina Provvidenza volle che San Giovanni Paolo II e Padre Pio si incontrassero; era probabilmente la settimana “in albis” tra il 29 marzo e il 4 aprile 1948. Il giovane polacco Karol Wojtyła, da qualche mese sacerdote, riuscì ad incontrare Padre Pio poco dopo il suo arrivo a San Giovanni Rotondo, scambiando con lui “qualche parola”. Il giorno dopo partecipò alla sua Messa lasciandoci questa memoria: “nella chiesa si aveva la consapevolezza che sull’altare si compiva il sacrificio di Cristo stesso, il sacrificio incruento e, nello stesso tempo, le ferite sanguinose sulle mani facevano pensare a tutto quel sacrificio, a Gesù crocifisso”.
Padre Pio è nato il 25 maggio 1887 a Pietrelcina (BN) da Grazio Forgione e Maria Giuseppa di Nunzio, e il giorno seguente fu battezzato nella chiesa di Santa Maria degli Angeli. La sua fanciullezza trascorre in un ambiente familiare non ricco ma cristiano. Francesco contava appena cinque anni che comincia ad accarezzare l’idea di consacrarsi per sempre a Dio e alla stessa età, appaiono i primi doni carismatici e i primi violenti assalti di satana.
Il 27 settembre 1899, Francesco venne cresimato da Monsignor Donato Maria dell’Olio, Vescovo di Benevento, e fece la prima Comunione. Nella sua anima innocente maturò la consapevolezza della vocazione religiosa, e un giorno uscito dalla scuola dice d’un fiato alla madre: “voglio farmi monaco di Messa, monaco con la barba”. Nel cuore lo animava la figura di Fra Camillo da Sant’Elia a Pianisi, il cappuccino questuante, che l’aveva affascinato per la lunga barba bianca, quando era ancora un fanciullo intento al pascolo del suo piccolo gregge.
Il 14 agosto 1910 Padre Pio celebra a Pietrelcina la prima Messa solenne ed avverte i primi dolori alle mani e ai piedi. L’8 settembre 1911 confessa al direttore spirituale padre Benedetto da San Marco in Lamis di avere “da circa un anno le stimmate invisibili”.
Il 20 settembre 1918, presso il convento di San Giovanni Rotondo, dopo aver meditato sulla Passione e morte di Gesù nei misteri dolorosi del santo Rosario, davanti al Crocifisso del coro della Chiesa, riceve le stimmate visibili alle mani, ai piedi e al costato, i segni della passione di Cristo che rimasero aperte, fresche e sanguinanti per mezzo secolo, scomparendo solo nel momento della morte. Questo fenomeno straordinario catalizzò su Padre Pio l’attenzione di medici, studiosi, giornalisti ma soprattutto della gente comune che, nel corso di tanti decenni, si recò a San Giovanni Rotondo per incontrare il “santo frate”.
Gli organi di stampa non sempre veritieri, contribuirono ad aumentare l’afflusso di gente sempre più incontrollata. Il 2 giugno 1922, per chiarire la situazione venutasi a creare intorno al convento, intervenne la Congregazione del Sant’Uffizio, preoccupata di stroncare nascenti forme di fanatismo ordinando che intorno a Padre Pio “si stia in osservazione”, si eviti “ogni rumore”, “non celebri la Messa ad ora fissa ma a preferenza summo mane e in privato”, “non dia benedizione sul popolo” ecc. Inoltre gli assegnarono un altro direttore spirituale diverso da padre Benedetto da San Marco in Lamis. Negli anni successivi il Santo Offizio decretò persino il “non consta della soprannaturalità dei fatti attribuiti a padre Pio” il quale, frattanto, viene raggiunto da diverse visite apostoliche; il 23 maggio 1931 viene privato di ogni esercizio di ministero, eccetto la santa Messa, che poteva celebrare soltanto nella cappella interna del convento e privatamente. Al riguardo non si esagera nel definire Padre Pio un martire perché martire è colui che in nome della propria fede, accetta il sacrificio di sé stesso fino alla morte, sopporta con atteggiamento paziente la tribolazione e dona a Cristo la testimonianza del proprio sangue. Durante questo doloroso periodo, egli saliva il Calvario ogni mattina, lo accompagnava all’altare la Vergine Maria La quale, insieme a Gesù, ebbe sempre il primo posto nel cuore di Padre Pio; a Lei confidava le sue tribolazioni e le sue speranze! “Esiste una scorciatoia per il Paradiso?”, gli fu domandato una volta, “Sì”, lui rispose, “è la Madonna”. E per amore della Madonna Padre Pio aveva la corona del Rosario sempre in mano tanto che Padre Agostino, che fu suo padre spirituale, ad un frate curioso di sapere come potesse recitare così tanti Rosari gli rispose: «Tu vuoi sapere… ma spiegami prima chi è un mistico e poi ti risponderò come fa Padre Pio a dire, in un giorno, tanti Rosari»! Un mistico ha una vita che va oltre le leggi dello spazio e del tempo, per cui si spiegano le bilocazioni, le levitazioni e altri carismi, di cui era ricco Padre Pio.
Il 16 luglio 1933 celebra di nuovo la Messa in pubblico e dal 1934 riprende l’esercizio delle confessioni dei secolari, prima degli uomini (25 marzo) e poi anche delle donne (12 maggio). Dal 7 gennaio 1950, per ovviare alla tumultuosa ressa della gente, si dà inizio al sistema delle “prenotazioni” per confessarsi con Padre Pio. Il ministero del confessionale fu infatti il tratto distintivo del suo apostolato ed anche quando trattava i pellegrini con apparente durezza, questi, presa coscienza della gravità del peccato e sinceramente pentiti, quasi sempre tornavano indietro per l’abbraccio pacificante del perdono sacramentale da parte di codesto generoso dispensatore della Misericordia divina. Instancabile zelatore della santità, soleva dire: “È difficile farsi santi. Difficile ma non impossibile”, “facciamoci santi, così dopo essere stati insieme sulla terra, staremo sempre insieme in Paradiso”. La Verità evangelica senza compromessi fu sempre la sua direzione: “mancare di carità è come ferire Iddio nella pupilla del Suo occhio […] La carità che non ha per base la Verità e la giustizia, è carità colposa”. Preghiera e carità è la sintesi concreta del suo insegnamento e infatti, superando non lievi difficoltà, il 19 maggio 1947 iniziavano i lavori della Casa Sollievo della Sofferenza i cui locali furono benedetti il 5 maggio 1956 dal cardinal Giacomo Lercaro, alla presenza di oltre quindicimila persone. Padre Pio in un breve discorso il 5 maggio dell’anno seguente affermò che questo complesso ospedaliero fra i più attrezzati d’Europa, dovesse essere “richiamo operante all’amore di Dio, mediante il richiamo alla carità”.
In risposta ai reiterati appelli di Papa Pio XII di pregare per la pace e la salvezza del mondo, mentre imperversa la seconda guerra mondiale, nasce il movimento di preghiera comunitaria messo in atto da San Pio come “vivai di fede, focolai d’amore nei quali Cristo stesso è presente ogni volta che si riuniscono per la preghiera e l’agape eucaristica”.
L’ultimo decennio della vita di Padre Pio è caratterizzato da frequenti ricadute di salute. Nel 1959 celebrò quasi sempre in una cappella interna ma nel pomeriggio del 7 agosto per una grazia attribuita alla Madonna di Fatima riacquista la salute. Nel 1968 la situazione si aggrava. Nel mese di settembre migliaia di devoti si radunano in convegno a San Giovanni Rotondo per commemorare insieme il 50° anniversario delle stimmate e celebrare il quarto convegno internazionale dei gruppi di preghiera. Il 22 settembre celebra la Messa all’ora solita: cinque del mattino; alle 18.00 può farsi vedere e benedire la folla. Fu la sua ultima benedizione in pubblico. Alle ore 02,30 del 23 settembre spirava dolcemente nel Signore. Il suo transito fece “notizia” mondiale attraverso tutti i mezzi di comunicazione. Riconoscenti per il dono del Suo Santo Sacerdozio, ricordiamo infine queste sue preziose perle: “abbandoniamoci come bambini nelle braccia della Mamma Celeste – Siamo devoti alla Madonna e saremo sempre salvi da ogni pericolo”.