«Renzi ha detto che andrà nelle parrocchie? Presidente, se viene per una passerella finta se ne può stare pure a casa. Ma qui passerelle finte non se ne fanno. E allora, venga Presidente, non aspetto altro. Sturla la aspetta. Venga a spiegare perche porta avanti disegni di legge senza dibattito parlamentare. Venga ad ascoltare cosa ne pensa la gente sull’utero in affitto. Venga a rendersi conto di come vive la gente qui in basso. Venga a spiegare perché non ha fatto tante cose che ‘prima’ aveva promesso. Venga Presidente. La gente avrebbe molte cose da chiederle».
Don Valentino Porcile, parroco a Sturla (popolare quartiere di Genova), lancia così la sfida a Renzi, che ha minacciato di girare le parrocchie (forse non conoscendone il numero nazionale!) per spiegare la sua azione di governo, anche l’approvazione di quelle leggi chiaramente condannate dalla Chiesa che il premier italiano, invece, si ostina a difendere. Don Porcile ha poi spiegato che «la prima cosa che la gente direbbe a Renzi è che ci si perde dietro al dibattito sulle unioni civili mentre le persone soffrono e i loro problemi sono ben altri rispetto alle unioni civili».
Don Porcile aggiunge: «la gente si domanda: Renzi aveva promesso di rottamare e di ridurre gli stipendi dei parlamentari. Noi ci sentiamo minacciare riforme sulle pensioni e loro non si toccano nulla». E conclude ricordando che riportare questi pensieri «non vuol dire diventare populisti ma mettersi in ascolto della gente e se Renzi venisse a Genova ad ascoltare le persone vere saprebbe come girano le cose in basso. La gente ci chiede mangiare, casa, lavoro. Al mangiare ci arriviamo, case non ne abbiamo e lavoro non possiamo crearlo noi sacerdoti. Se Renzi venisse a Sturla la gente comune gli direbbe che non riesce ad arrivare alla fine del mese, altro che stepchild adoption».
Matteo Orlando