D’estate a Roma, una famiglia con un figlio disabile deve affrontare, oltre al caldo, le difficoltà di una città che non sostiene con servizi adeguati. Per questo, il 40% delle famiglie della capitale con un figlio disabile preferisce non farlo uscire e frequenta solo ambienti familiari, mentre solo il 20% affronta le barriere architettoniche e la mancanza di servizi. Questi dati sono stati raccolti dallo sportello “Roma per tutti” creato due anni fa dalla sottosezione capitolina di Unitalsi e si basano su un campione significativo di 1.500 famiglie con bambini disabili di età compresa tra 0 e 16 anni. Per loro non esistono giochi accessibili o strutture attrezzate nei parchi pubblici, nei grandi centri commerciali, spesso nemmeno nelle grandi multisala cinematografiche.
I nuclei in questione, nel 78% dei casi, sono nuclei familiari monoreddito perché la quasi totalità delle mamme ha lasciato il posto di lavoro per seguire i figli. “Un mondo di invisibili che soffre in silenzio momenti di solitudine e difficoltà di cui nessuno parla”, spiega Alessandro Pinna, presidente Unitalsi Roma. È il momento, dice, “che la città di Roma realizzi appuntamenti estivi anche per queste famiglie, non pensando per una volta solamente ai concerti e alle kermesse sul Tevere”. (SIR)