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Stamattina, per l’ennesima volta, abbiamo trovato l’ingresso della nostra sede vandalizzato con la scritta “Transgender Rulez” (“Comanda il Transgender”/ndr) e simboli del movimento LGBTQAI+ disegnati anche sopra il bimbo stilizzato nel grembo materno che campeggia sulla saracinesca principale. Difficile non collegare questo atto vandalico con la manifestazione transgender che si è svolta a Roma sabato 18 maggio, il giorno dopo la Giornata contro l’omofobia e la transfobia: la prova che la comunità LGBTQAI+ chiede un rispetto che però non mette in pratica, attaccando in continuazione il diritto di espressione e di esistenza di chi non si allinea all’Agenda arcobaleno.

Con questo siamo arrivati a oltre dieci attacchi vandalici in meno di tre anni. Siamo ormai tristemente abituati a questi atti, che spesso in passato hanno coinciso proprio con manifestazioni, cortei o eventi come la Manifestazione contro la Violenza sulle donne dello scorso 25 novembre, durante la quale si è arrivati ad un vero e proprio assalto, con vetrine infrante, serrande divelte e il lancio di un ordigno incendiario rinvenuto dalle forze dell’ordine, che solo per caso non è esploso all’interno della sede. E pensare che stiamo ancora aspettando, da allora, la solidarietà del segretario del PD Elly Schlein e del sindaco di Roma Roberto Gualtieri che, siamo sicuri, se tutti questi attacchi fossero stati diretti contro sedi di organizzazioni Lgbtqia+ li avrebbero, giustamente, condannati e avrebbero inneggiato all’emergenza nazionale.

O ancora ricordiamo ai nostri danni scritte con minacce, insulti e offese a ridosso della Giornata della Donna dell’8 marzo 2022 e le minacce verbali durante il Gay Pride del 10 giugno 2023, che si sono tradotti in veri atti vandalici il 12 giugno dello stesso anno con scritte come “Vendetta transfemminista”, “Aborto libero”, “Fasci appesi”, accompagnate dal lancio di uova. Persino durante una manifestazione pro Palestina e contro il conflitto in corso con Israele, del 28 ottobre 2023, sono apparse scritte quali “Giù le mani dai nostri corpi”, “Sui nostri corpi decidiamo noi”, “Pro Vita m***e”, mentre sempre l’immagine dell’embrione sulla nostra serranda è stata imbrattata il 14 novembre 2023, pochi giorni dopo essere stata dipinta, e alla Vigilia di Natale dalla nota Street Artist ‘Laika’ con un murales raffigurante un Presepe arcobaleno con ‘due Madonne’.

Tutte prove che in Italia non c’è davvero libertà di manifestazione del pensiero quando la propria opinione è diversa dal pensiero unico dominante. Ma, come in passato, non ci faremo intimidire né fermare e proseguiremo con le nostre battaglie e le campagne di sensibilizzazione in favore della Vita, della Famiglia e della libertà educativa.

Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus.


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