Il vescovo James Wall di Gallup ha annunciato che ogni domenica celebrerà una messa nella Cattedrale del Sacro Cuore con la modalità “ad orientem”, quella dove il celebrante è rivolto verso il Santissimo Sacramento custodito nel Tabernacolo.
Tale modalità di celebrazione, a detta dei migliori liturgisti, è quella che meglio garantisce il rispetto del Santissimo Sacramento e minori distrazioni per il celebrante.
Attraverso una lettera del 22 luglio alla diocesi di Gallup, il vescovo ha spiegato che la modalità di celebrazione ad orientem è “un potente promemoria di ciò che stiamo facendo a Messa: incontrare Cristo che viene a incontrarci. Inoltre il sacerdote si trova nella stessa direzione dell’Assemblea quando si trova sull’altare. Quando si rivolge a Dio, come durante le orazioni e la preghiera eucaristica, si trova nella stessa direzione delle persone, cioè verso Dio (ad Deum). Lo fa letteralmente, per usare una frase cara a sant’Agostino, ‘volgendosi verso il Signore’ presente nel Santissimo Sacramento. Al contrario, quando si rivolge alle persone, si gira verso i fedeli”.
Il vescovo Wall ha spiegato di avere preso spunto da quanto scritto da Benedetto XVI nei documenti dove rifletteva su una certa lassità nel modo in cui viene celebrata l’Eucaristia.
“Faremo bene a ricordare”, ha scritto Mons. Wall, “che l’Eucaristia non è semplicemente un bel segno o simbolo di comunione con Dio, ma piuttosto è veramente comunione con Dio stesso“.
Il vescovo ha spiegato che sarebbe opportuno anche riflettere sull’arrivare per tempo in Chiesa per pregare, sul rimanere al termine della messa per offrire il ringraziamento, sul vestirsi adeguatamente, sul mantenere il digiuno eucaristico, sulla confessione regolare, almeno mensile, sulla ricezione riverente dell’Eucaristia.
In merito all’opzione di celebrare il Santo Sacrificio della Messa ad orientem (cioè verso Dio) il vescovo Wall ha riconosciuto che tale celebrazione può essere “controversa” e che “apportare modifiche al modo in cui preghiamo può essere difficile”, aggiungendo che sta cercando di aprire il tesoro del patrimonio della Chiesa, “in modo che, insieme, possiamo tutti sperimentare uno dei modi più antichi che la Chiesa ha sempre usato, e quindi imparare dalla ‘sempre antica e sempre nuova’ saggezza della Chiesa “.
Il vescovo ha scritto che “celebrare la Messa ad orientem è una delle pratiche più antiche e coerenti nella vita della Chiesa” ed ha affermato che “la celebrazione della Messa ad orientem non è una forma di antiquariato, vale a dire scegliere di fare qualcosa perché è vecchio, ma piuttosto scegliere di fare qualcosa che è sempre stato”.
Nella Messa con l’orientamento ad orientem il sacerdote e il popolo sono uniti insieme come una sola cosa per adorare Dio, anche fisicamente con i loro corpi”. Il vescovo ha aggiunto che celebrando la Messa ad orientem ci viene ricordato che la Messa non è prima di tutto azione nostra ma piuttosto di Dio, come Egli vuole e non come pensiamo noi. Dopotutto è opera sua, non nostra”.
Il vescovo ha anche sottolineato che “un’obiezione comune o almeno un malinteso è che questo particolare modo di celebrare la Messa è stato respinto dal Concilio Vaticano II. Questo non è vero, poiché nessuno dei documenti conciliari lo menziona nemmeno”.
In effetti, “una lettura attenta delle rubriche del Messale romano mostra che ancora oggi l’orientamento ad orientem è assunto come la normale postura della Messa: spesso si dice al sacerdote di ‘voltarsi verso il popolo’, il che implica che sta celebrando ad orientem”.
“Quando si tratta dei modi in cui adoriamo Dio nulla è semplicemente una questione di gusti”.
Il vescovo Wall ha aggiunto che vorrebbe incoraggiare la pratica in tutta la diocesi come opzione per i sacerdoti.
La decisione del vescovo Wall fa eco a un appello fatto diversi anni fa dal cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino, in cui il prefetto aveva affermato la necessità “di tornare al più presto possibile a un orientamento comune, di sacerdoti e fedeli rivolti insieme nella stessa direzione”.
L’incoraggiamento del cardinale Sarah ai sacerdoti di celebrare la Messa ad orientem faceva parte di un discorso su come il documento del Concilio Vaticano II sulla liturgia potesse essere attuato più fedelmente.