“Contro la criminalità e la sua protervia serve prima di ogni cosa l’ indignazione della gente”. Lo dice in questa intervista che ci ha rilasciato Monsignor Luig Renna, vescovo di Cerignola- Ascoli Satriano, commentando la recrudescenza di attività criminali nel territorio della propria diocesi.
Eccellenza Renna, cosa sta accadendo?
” Questa bella terra non merita che succedano fatti simili. E’ sicuramente una cosa molto grave che insulta il territorio e lo ferisce. Bisogna reagire ”
Come?
” Occorre dare prima di tutto una risposta sul terreno culturale e sociale, comprendere e studiare le cause di questi fenomeni e sradicarli”.
Magari più controllo del territorio da parte delle Forze dell’ Ordine?
” Questo è indispensabile, cioè che lo Stato faccia sentire anche fisicamente la sua presenza. Poco alla volta sta avvenendo, piano piano iniziamo a vedere qualche cosa, però occorre altro in aggiunta”.
Cioè?
” Davanti ad ogni fenomeno di criminalità organizzata, questo vale per la Capitanata e per altre parti, bisogna fare leva sull’indignazione collettiva, della gente. Quello che è accaduto qui è un fatto molto grave. La vita umana è sempre sacra, anche quando appartiene ad un pregiudicato . E’ necessario che la gente capisca quello che sta accadendo e sappia dire basta, facendo terra bruciata attorno all’ ambiente e al mondo che circonda la criminalità organizzata”.
Faccia un appello alla sua gente…
” Vale per la nostra dicesi, come per tutta questa bella terra insanguinata e direi insultata da fatti di inaudita violenza: rimbocchiamoci le maniche e lavoriamo tutti assieme per una pacifica ed ordinata convivenza sociale, riprendendo la capacità di sognare e di volare alto. Naturalmente comprendendo il valore della legalità e della sua cultura. Violenza e criminalità non abbiano mai l’ ultima parola”.
La mancanza di lavoro ha il suo peso?
” Certo, quando vi sono precarietà e mancanza di lavoro, la malavita ha buon gioco, magari assoldando o coinvolgendo le fasce più deboli e bisognose”.
Che fare?
” Controllare il territorio, ma anche sapersi indignare e reagire. La Capitanata non è quella degli omicidi , ma è terra di tante gente onesta, perbene e lavoratrice”.
Bruno Volpe