“Famiglia e natalità in crisi? Il vero nodo è culturale.” Lo dice in questa intervista a La Fede Quotidiana monsignor Sebastiano Sanguinetti vescovo di Tempio- Ampurias in Sardegna.
Eccellenza in Italia esiste il grave problema di una natalità prossima allo zero. Da che cosa dipende?
” Penso che questo problema sia strettamente collegato al tema della famiglia. Credo che il primo e vero grande nodo sia di indole culturale. In generale viviamo un tempo che banalizza o addirittura ridicolizza la famiglia naturale composta da uomo e donna aperti alla vita e non è cosa di poco conto. Ovviamente, tutto questo piace al pensiero unico dominante e conformista e a gran parte dei media. Pensiamo al non giustificato clamore dato alla stipula delle unioni civili nei municipi”.
E la bassa natalità?
” E’ dovuta a molteplici fattori. Il primo è la prevalenza di una cultura anti- vita che ormai non mette al primo posto la maternità, anzi la respinge a vantaggio di altri traguardi. Si preferisce la carriera, il successo, il lavoro e allora la nascita di un bambino quasi diventa di intralcio a tali mete. Inoltre, su tutto questo influisce una malintesa idea di libertà sessuale non legata alla procreazione, ma al mero piacere fisico, all’edonismo. Infine, ci si sposa sempre più tardi nel tempo e questo urta contro la maternità”.
Esistono ragioni di indole economica?
” Indubbiamente esistono anche quelle, ma non le reputo prevalenti. Infatti, non saprei proprio spiegarmi coma la natalità sia bassa pure in nazioni che destinano ingenti risorse al welfare e alle necessità delle famiglie. In ogni caso in Italia esistono motivazioni di natura economico – sociale. La principale è il lavoro che manca. Senza una occupazione stabile e dignitosa è molto difficile pianificare di mettere su famiglia o la procreazione di un figlio. La politica potrebbe e dico dovrebbe fare molto di più per le famiglie. Sin qui, dispiace dirlo, non ha affatto brillato”.
La Chiesa probabilmente dovrebbe insistere sui principi non negoziabili?
” Lo fa e con energia. Sono i media che non se ne accorgono o non danno spazio”
Bruno Volpe