E’ trascorso un anno dal terremoto che ha flagellato il centro Italia. Anche l’ Abruzzo è stato duramente colpito dal sisma. La Fede Quotidiana ha intervistato, per un bilancio, Monsignor Michele Seccia, vescovo di Teramo- Atri.
Eccellenza, Monsignor D’ Ercole, proprio sul nostro sito, ha lamentato i problemi derivanti dalla burocrazia. Condivide?
” In parte sì, e questo lo abbiamo constatato specialmente nelle opere di ricostruzione delle chiese danneggiate. In alcuni casi, nessuno ci ha informato o ha coordinato le operazioni di messa in sicurezza o rifacimento. Qui abbiamo avuto 200 chiese inagibili. Era ed è indispensabile sicuramente un maggior coordinamento”.
Dipende dal peso della burocrazia?
” Non saprei dirlo con sicurezza. Indubbiamente la lentezza della burocrazia ha pesato anche se, a dirla tutta, la stessa burocrazia è necessaria, se ben incanalata e diretta, cioè quando non intralcia”.
Che umore riscontra tra la popolazione?
” La gente qui è volenterosa, decisa ad andare avanti. Però in certi casi non si sente incoraggiata e forse percepisce un poco di trascuratezza. Lo dico senza sollevare alcuna polemica gratuita. Penso che sia possibile e direi auspicabile uno sforzo maggiore”.
Monsignor D’Ercole dice che la gente ha perduto la speranza…
” Un cristiano, anche nelle circostanze maggiormente avverse, non può e non deve cadere nella disperazione o nella rassegnazione, anche se questo è umano e comprensibile. Indubbiamente, la situazione rimane difficile. Io non sono pessimista e penso che ciascuno debba fare attivamente la sua parte. La speranza cammina con le gambe degli uomini”.
Vi sentite trascurati?
” Ci sentiamo un tantino trascurati, questo è vero. I danni di precedenti terremoti non sono stati ancora del tutto riparati, e la situazione, pure sotto il profilo economico, è complicata. Ma, lo ripeto, non bisogna piangersi addosso, occorre reagire guardando avanti”.
Rumors la danno come prossimo vescovo di Lecce…
” Lascio fare al Papa, quando e se lo vorrà. Io resto qui e in attesa, lo deciderà lui”.
Bruno Volpe