Lecce: vigilessa identifica i parenti al funerale celebrato nel piazzale del Cimitero Monumentale di Lecce. Un episodio grave di scarsa considerazione verso i parenti della defunta. Descriviamo l’ episodio accaduto a Lecce. In base alle nuove norme si svolgeva il funerale della giovane Mimma, stroncata da un male incurabile e successivamente dal Covid 19, 31 anni. La salma arriva direttamente all’enorme piazzale del monumentale di Lecce. Padre Gianni Strafella, religioso francescano minore, amico di famiglia, celebra il rito premunendosi di avvisare i tanti amici della defunta di non venire e guardare la celebrazione in tv. Alla messa ci sono, ben distanziati, appena venti persone, delle quali cinque lontane e dietro le colonne, a 200 metri dall’altare posto sui gradini. E qui scatta l’ atteggiamento poco comprensibile di una zelante vigilessa. Prima della messa inizia a chiedere documenti a tutti . Ma lasciamo parlare padre Gianni Strafella.
Padre Gianni, che cosa è accaduto?
“Guardi che io faccio parte della Protezione Civile e varie volte ho collaborato invitando la gente a non assembrarsi. Pertanto se avessi notato cose strane o irregolari, lo avrei detto. C’ erano 15 parenti della defunta e molto, molto lontano, dietro le colonne altre cinque sei con palloncini bianchi. Questa vigilessa ha iniziato ben prima della messa ad innervosire le persone e ha chiesto tre volte alla mamma della defunta chi avesse invitato. Stizzita la mamma alla fine ha perso la pazienza ed ha esclamato: questa non è una festa, ma quali inviti”.
Che altro è accaduto?
“Pensi sono stato tanto scrupoloso nel distanziamento che per dare la comunione ci ho messo 15 minuti”.
Alla fine?
“Benché altri vigili la invitassero a desistere, questa vigilessa, incurante del dolore della mamma, ha identificato tutti i presenti. Alla mia protesta ha replicato: padre deve ringraziarci perché le concediamo di celebrare. Siamo arrivati a questo. Io le ho detto: guardi che non è lei, ma una legge dello Stato. Che arroganza”.
Bruno Volpe