La vittoria di Trump è stata accolta dai pro-life americani (cattolici, protestanti, evangelici) come una notizia eccellente per la tutela della vita nascente. Frank Pavone, presidente di “Priests for Life” (sacerdoti per la vita) e Majorie Dannenfelser, presidente della “Susan B. Anthony List”, un gruppo che fa il monitoraggio dei politici del paese e fornisce una guida al voto indicando chi è pro vita o per l’aborto, hanno spiegato che il neo-presidente repubblicano è una scelta buona “per coloro che si oppongono all’aborto”. Il 45.mo presidente degli Stati Uniti eletto, hanno dichiarato entrambi al Washington Examiner, “non è stato sempre pro life. Quindi non parla di questo problema come un attivista che ha trascorso decenni in questa lotta, tuttavia, parla di vita con la passione e l’entusiasmo di un convertito. Il nostro movimento è pieno di convertiti, per questo dobbiamo fidarci di lui”.
Inoltre viene ricordato che l’impegno pro-vita di Trump “si è rafforzato nel corso del tempo” e il suo programma prevede di proteggere i bambini che hanno superato la metà della gravidanza, nominerà pro-life alla Corte Suprema, abolirà i finanziamenti pubblici per la pianificazione familiare e rendere permanente l’emendamento Hyde che impedisce il finanziamento pubblico dell’aborto su richiesta. Se avesse vinto le elezioni la Clinton, il suo obiettivo era il respingimento dell’emendamento Hyde. In tal modo avremmo avuto più di 60 mila bambini abortiti ogni anno. Se aggiungiamo i 18 mila bambini vittime di aborti tardivi, in un mandato presidenziale per la Clinton il numero delle vittime di aborto sarebbe stato, complessivamente, di 312 mila”. Tutte vite risparmiate, si spera, sotto i 4 anni della Presidenza Trump.
Anche la Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti ha inviato congratulazioni al presidente eletto Donald Trump tramite una dichiarazione firmata dal suo presidente, l’arcivescovo di Louisville, Joseph E. Kurtz il quale scrive che “è il momento di muoversi verso la responsabilità di governare per il bene comune di tutti i cittadini” e invita a “vedere il volto di Cristo negli altri, specialmente i sofferenti e coloro con i quali non siamo d’accordo”. Trump viene invitato a proteggere “la vita umana dal suo inizio fino al suo termine naturale” e “i fratelli e sorelle che sono migranti e rifugiati”.
Anche il cardinale segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin ha fatto gli auguri al nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Il porporato ha detto: «prendiamo nota con rispetto della volontà espressa dal popolo americano con questo esercizio di democrazia, che mi dicono sia stato caratterizzato anche da una grande affluenza alle urne. E poi facciamo gli auguri al nuovo Presidente perché il suo governo possa essere davvero, fruttuoso e assicuriamo anche la nostra preghiera perché il Signore lo illumini e lo sostenga al servizio della sua patria, naturalmente, ma anche a servizio del benessere e della pace nel mondo. Credo che oggi c’è bisogno di lavorare tutti per cambiare la situazione mondiale, che è una situazione di grave lacerazione, di grave conflitto».
In passato Papa Francesco aveva fatto un riferimento a Trump dicendo che “chi costruisce muri non è cristiano”. A propisito dell’immigrazione, il cardinale Parolin dice: «vedremo come si muove il Presidente. Normalmente dicono: altro è essere candidato, altro è essere Presidente, avere una responsabilità. E mi pare che in questo senso, anche da quello che ho sentito, anche se non ho approfondito molto, il futuro Presidente si è già espresso in termini da leader … Poi sui temi specifici vedremo quali saranno le scelte e in base a quelle si potrà dare anche un giudizio. Mi pare prematuro dare giudizi».
Sul web fa riflettere la riflessione del prof. Massimo Viglione (la Fede Quotidiana aveva pubblicato altre sue dichiarazioni qui: ). Scrive Viglione a proposito della vittoria di Trump: «Non credevo ai miei occhi! Il primo pensiero va a tutti giornalisti italiani, popolo di schiavi prezzolati e ideologizzati come zucchine vuote. Il secondo specificamente a Giovanna Botteri, che ci auguriamo non si riprenda più dal colpo. Il terzo ai politici italiani ed europei, ora come bambini che hanno perso la mamma nel supermercato. Il quarto ai sostenitori dei repubblicani contrari a Trump, anch’essi sorpassati dalla storia. Il quinto a tutti gli artefici e i complici del mondialismo. Il sesto agli artefici e complici dell’invasione dell’Europa e dell’Italia. Il settimo a tutti i cattolici servi della dissoluzione mondiale e ai loro capi. L’ottavo a tutti gli abortisti, genderisti, omosessualisti, depravatisti di ogni razza e specie. E. a quelli adottati per manovrare le coscienze dei cattolici. Il nono ai moderati per natura. Il decimo a Hillary Clinton».
Il professore crede che questa vittoria «marca anche un’altra frontiera: il popolo americano […] non è la stessa cosa dei suoi padroni, non si fida più della CNN e degli altri media. Questi cominciano a non avere più la presa di prima sulle loro menti». La Clinton «ha avuto il più grande appoggio mediatico (compresi Hollywood, cultura, scienza, ecc.) della storia. Ma non è servito a nulla». «Quando accadrà che anche in Italia il popolo si sveglierà dalla schiavitù dei media e del GF?», si chiede Viglione, augurandosi per il nuovo Presidente USA che «non vi sia una nuova Dallas…».
Matteo Orlando