La redazione de La Fede Quotidiana augura una pronta guarigione a Vittorio Sgarbi, intervistato prima del suo malore. Col noto critico di arte, certamente discutibile in alcune sue posizioni ma mai banale, abbiamo discusso di arte, religione e della chiesa di Papa Francesco. Siamo partiti da due casi abbastanza recenti: il divieto di visita ad una mostra di arte cristiana in quanto “lesiva” della sensibilità degli islamici ed il caso, ancor più clamoroso, del dirigente scolastico lombardo che ha cancellato il concerto di Natale.
Sgarbi, davvero una mostra di quadri con dei crocifissi risulta di disturbo per gli islamici?
Lasciatemi dire che certe cose sono fuori luogo. E neppure sono convinto che gli islamici ci chiedano questi interventi, si tratta di dirigenti scolastici improntati al politicamente corretto che diventa scorretto. Tuttavia, non dobbiamo meravigliarci tanto, sono casi di cattiva formazione personale, di chi cerca il suo momento di fama.
Insomma, nessuna meraviglia…
Assolutamente no, facciamo a gara ad annullare le nostre origini e mi pare molto grave. Dire che un quadro con un crocifisso imbarazza, significa affermare che allora dovremmo demolire tutti i monumenti del passato in quanto ricollegati con regimi antichi dei quali non si condivide la ideologia, insomma un delirio. Poi, detto per inciso, il Signore sulla croce ha chiesto il perdono per tutti, anche per coloro che non ci credono o persino lo avversano. Trovo imbarazzanti queste posizioni, mi creda.
Oggi non vediamo una particolare fioritura artistica nelle chiese cattoliche, per quale motivo?
Il rigoglio delle opere era collegato al potere temporale della Chiesa che contrattava artisti credenti. Quando nel tempo questo potere ha smarrito forza, anzi, oggi non esiste, anche le opere e la produzione artistica ne risentono. Se ci fate caso, oggi il quadro maggiormente noto e visto risulta il Quarto Stato, dipinto laico e non religioso>
Sgarbi, lei generalmente non le manda a dire, che cosa le pare di Papa Francesco e della “sua” Chiesa cattolica?
Allora. Lui cerca di dare una svolta in una Chiesa che sotto Ratzinger, e non per colpa del tedesco, si era ripiegata su se stesso. Ratzinger ha dovuto subire, come avviene per tutte le persone scomode, il tiro a bersaglio su vicende sessuali, penso allo scandalo pedofilia. Da parte sua, come GiovanniPaolo II, ha posto al centro della morale della Chiesa il sesso e divieti di cui oggi non frega a nessuno. Ogni volta che si vuole abbattere qualcuno, come avvenuto per Berlusconi, ecco il sesso! Bergoglio non mi pare ossessionato dalla morale sessuale, dal ribadire i dogmi e la dottrina su questo punto e chiede un cambio di passo. Cerca una Chiesa maggiormente credibile sul piano etico e della condotta, cosa che il caso dei corvi vaticani ha messo in dubbio.
Per quale ragione ha messo in dubbio?
Indipendetemente da come le notizie sono uscite, bisogna anche guardare al loro contenuto e non mi sembra edificante prendere atto che qualche uomo di Chiesa vive negli agi o peggio abbia malversato i soldi destinati ad altro. Ecco il motivo per il quale Bergoglio sposta il tiro dai valori detti “non negoziabili” ad altri e mi pare che il risultato, sul piano del consenso sia personale che generale, sia buono.
Bruno Volpe