Alcuni media hanno riportato che al Congresso: “Ci sarà anche Theresa Okafor, attivista nigeriana che nel 2014 ha proposto una legge che criminalizza le unioni tra persone dello stesso sesso”.
«Ecco l’ennesima fake news diffamante. Questa accusa deriva da un rapporto della Human Rights Campaign (HRC) del 2015, ma HRC si autodefinisce la più grande organizzazione americana per i diritti civili di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e queer, come riportato nel sito https://www.hrc.org, quindi non certo una organizzazione super partes» denunciano il presidente e il vice presidente del Congresso Mondiale delle Famiglie Antonio Brandi e Jacopo Coghe, organizzatori del XIII WCF che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo.
«Ma passiamo al merito dell’accusa – aggiungono i due organizzatori – Il rapporto del Human RightsCampaign del 2015 a pagina 19 rinvia a un articolo che non afferma quanto riportato, piuttosto dichiara che, non la Okafor in persona, ma il gruppo di cui fa parte (un’organizzazione ombrello che include tutta una serie di associazioni) avrebbe sostenuto l’approvazione del divieto di relazioni omosessuali, tuttavia non offre alcuna prova a sostegno» chiariscono Brandi e Coghe.
Gli organizzatori poi ricordano la nota sul caso Okafor del World Congress of Families del 2015 contenente un documento completo di oltre 20 pagine dove già sono state denunciate le affermazioni false e la disinformazione diffusa dall’HRC senza prove o citazioni a sostegno. Al contrario, la WCF aveva spiegato che “il lavoro della Okafor con Life League Nigeria e la Foundation for African Cultural Heritage ha contribuito a salvare la vita di migliaia di madri e bambini in Nigeria. Il suo lavoro difende la sacralità di tutte le vite umane (inclusi gli africani omosessuali) dal concepimento alla morte naturale”.
In una recentissima dichiarazione TheresaOkafor ha dichiarato: “Mi sono sempre opposta a qualsiasi forma di odio e violenza e sostengo fermamente la famiglia. Alcuni media italiani diffondono menzogne sulla mia storia. Questo evidentemente manifesta una nuova forma di colonizzazione ideologica, per cui ci si arroga il diritto di attaccare e mentire sugli africani, perché molti di noi sostengono la verità sul matrimonio, la vita e la famiglia”.
“Coloro che vogliono imporre le proprie idee agli africani, sono i veri discriminatori e praticano quel razzismo culturale da neoimperialismo arcobaleno di cui stiamo assaggiando i metodi. Ci domandiamo dove sono le femministe e cosa faccia l’HRC rispetto all’Arabia Saudita, dove il rapporto omosessuale è illegale e le punizioni vanno dalle multe, alle fustigazioni, alla vita in prigione, alla morte e alla tortura?» hanno dichiarato il presidente e il vice presidente del Congresso Mondiale delle Famiglie Antonio Brandi e Jacopo Coghe.
Ovviamente, come per il caso Lucy Akello, «sono inevitabili, arrivati a questo punto, nuove azioni legali a difesa della reputazione e dell’immagine del Congresso»”.