Per la prima volta in Spagna si è svolta la liturgia congiunta tra Cattolici e Luterani in una preghiera comune. “Dal conflitto alla Comunione”, il titolo dell’iniziativa tenuta a Salamanca e che è stata presieduta dal Segretario del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani il Vescovo Brian Farrell e dal Segretario Generale della Federazione Luterana Mondiale Martin Junge.
Tra i predicatori erano presenti il Cardinale e Presidente della Conferenza Episcopale Spagnola Ricardo Blázquez Pérez ed il pastore della Chiesa Evangelica spagnola, Pedro Zamora . Questa celebrazione è stata la cerimonia di chiusura del Congresso di Teologia Ecumenica “Dal conflitto alla comunione” tenuto presso la Pontificia Università di Salamanca, nell’ occasione della commemorazione del 500° anniversario della Riforma (Protestante di Lutero).
L’incontro liturgico è stato fatto come commemorazione ecumenica tra luterani e cattolici e riflette nella sua struttura liturgica base, il tema del ringraziamento, confessione e pentimento, e la testimonianza e l’impegno condiviso, come è stato sviluppato nella disputa in rapporto’ alla comunione “della Commissione cattolica-luterana sull’Unità.
Prima della liturgia, il Segretario Generale della Federazione Luterana Mondiale Martin Junge, ha tenuto una conferenza dal titolo “Riorientamento”, in cui ha evidenziato la stretta collaborazione con il Pontificio Consiglio con la quale hanno portato avanti il processo ecumenico, affermando che ciò avrebbe poco senso se non si hanno radici ben radicate nelle realtà locali.
Il Segretario ha promesso di aiutare a creare questo radicamento a due, cosicchè quello che dovrebbe accadere a livello locale porterebbe giovamenti e inciderebbe anche nel cammino ecumenico globale.
Per il reverendo i nostri impegni devono sempre essere determinati, molto sobri ma allo lo stesso tempo, alludendo alla celebrazione di Lund (quando era presente Papa Francesco) il Segretario ha detto che “C’è più che ci unisce di ciò che ci divide.”
Nel dicembre del 2014, in occasione della presentazione dei risultati del progetto per internet “2017 – insieme sulla via di Roma”, a cui erano presenti il vescovo Karl Hinrich Manzke, il segretario generale reverendo Martin Junge, il cardinale Kurt Koch e il vescovo Gerhard Feige, il rappresentante della chiesa luterana, il reverendo Junge, aveva affermato che le relazioni tra luterani e le chiese cattoliche avevano raggiunto un punto di svolta epocale.
Beppe Mazzeo
si dovrebbero eliminare tutte le barriere che separano i cristiani e creare una liturgia comune di concelebrazione, nel rispetto delle diversità nel concetto di enfatizzare ciò che ci unisce quale punto di firza per un principio di convivenza malgrado le diversità dottrinali, perche solo Dia conosce chi asia nell’eresia o no, per cui dovremmo accettarci ecumenicamente rispettandoci reciprocamente nelle nostre diversità.
Nessuno di noi deve arriogarsi il diritto di considerarsi nella “verità” e gli altri in “eresia”, perche storia docet, il cristianesimo sin dalle sue origini si è prestato a svariate interpretazioni dottrinali, ma quello che accomuna tutti i cristiani è accettare il messagio che ci ha lasciato Gesù e farlo proprio, conducebndo una vita secondo i Suoi precetti: poichè in duemila anni della storia del cristinesimo ci sono state sempre diatribe dottrinali, pertanto una celebrazione liturgica congiunta, che poi venga chiamatae Santa Messa (cattoloci), Divina Liturgia (ortodossi), Santa Cena (protestanti) cambia poco, in quanto Gesù ha detto “quando due o tre si riuniscono nel mio nome, io sono in mezzo a loro”, quindi una concelebrazione eucaristica e di preghiera corrispondo al Suo detto, e la Sua presenza è invisibile ma reale, pertanto bisogna farla finita con queste riovalità dottrinali, e non solo concelebriamo delle liturgie, ma ricoinosciamo che in tutte le Chiese c’è la Sua presenza, quindi non facciamo delle varie denominazioni ecclesiali dei partiti politici, dove ne viene sconsigliata la frequenza e la participazione ed inculcare ad ogni cristiano che in qualuinque Chiesa si reca, ed in qualunque liturgia presenzia deve esser bene accetto, e non rifiutato come se fosse un “nemico”. Siamo tutti fratelli in Gesù con le nostre debolezze, le nostre diversità dottrinali, ma ognuno nella propria buona, convinto di esser nella “verità” che in effetti solo Lui conosce e ci giudica, e ci ha promesso che “chi crede in me avrà la vita eterna” !